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L’Asilo Tollot trova casa

 

Scritti Casuali

 

 

L’ASILO TOLLOT TROVA CASA

Con l’atto stipulato il 14 aprile 1885 a rogito notaio Bardazza prendeva finalmente corpo e concretezza il progetto della nobildonna genovese Giuseppina Tollot (1807-1881), illustrato nel testamento redatto il 2 luglio 1881, di istituire nella sua città un nuovo asilo infantile.

Subito dopo la sua morte, gli esecutori testamentari Marchese Giovanni Ricci, Senatore del Regno, e l’Avvocato Cavaliere Emilio Merialdi provvedevano a compiere gli adempimenti burocratici per arrivare già nel 1882 alla costituzione dell’Amministrazione dell’Asilo Tollot e a dotarla di uno statuto e di un regolamento.

Al suo interno era stata istituita un’apposita Commissione incaricata di reperire un sito adatto per l’istituzione dell’asilo, che dopo diverse ricerche era stato individuato in un edificio sito in Via San Vincenzo 53, detto Convento di Santo Spirito, di proprietà delle Dame di Misericordia delle donne penitenti e in precedenza sede dei Reverendi Padri Somaschi.

Dopo prolungate e difficili trattative il prezzo per la compravendita dell’immobile veniva stabilito in Lire 180.000; il raggiungimento dell’accordo era stato reso possibile dall’intervento del Marchese Ricci, che contribuendo personalmente per una somma di Lire 30.000 riusciva ad appianare le divergenze insorte tra le parti.

Con tutte le autorizzazioni del caso, le parti si presentavano così davanti al notaio Bardazza per la stipulazione dell’atto di compravendita, il cui oggetto si estendeva a tutte le pertinenze, agli inerenti diritti come le servitù attive e passive e all’acquisto del diritto di proprietà sulla mezz’oncia d’acqua d’alta pressione dell’acquedotto Nicolay da cui era alimentato l’immobile.

Dal contratto erano invece stati esclusi alcuni specifici oggetti in marmo quali l’altare e un comunichino presenti nella cappella dell’edificio, la vaschetta che si trovava nella sacrestia e la vasca grande posta nel refettorio; oltre a questi, si aggiungevano i fornelli a Rumford in ghisa che erano in cucina.

La consegna dell’edificio sarebbe dovuta avvenire non oltre tre mesi dalla stipulazione dell’atto: lo stesso termine era previsto per il saldo della seconda rata pari a Lire 100.000 (la prima rata pari a Lire 80.000 era stata versata al momento della stipulazione dell’atto).

Contestualmente a tale contratto le Dame di Misericordia acquistavano dall’Amministrazione dell’Opera Pia Della Casa per il prezzo di Lire 60.000 un complesso di beni sito presso Boccadasse, allora considerata frazione suburbana.

La duplice compravendita del 14 aprile 1885 a rogito notaio Bardazza risultava così vantaggiosa sia per l’Asilo Infantile Tollot, che finalmente poteva diventare proprietario di un edificio da utilizzare secondo i desideri e le indicazioni di Giuseppina Tollot, sia per le Dame di Misericordia, che avevano bisogno di un luogo più tranquillo e silenzioso per la serenità spirituale delle “Addolorate” in quanto nelle immediate vicinanze di Via San Vincenzo, dove già da poco era stata inaugurata la stazione ferroviaria orientale (l’odierna stazione Brignole), stavano sorgendo nuove strade e nuovi palazzi.

L’anno successivo l’Asilo Infantile Tollot si è ampliato: con atto rogato dal notaio Gambaro il 12 maggio 1886 ha infatti acquistato dal Municipio di Genova, rappresentato dall’assessore Andrea Sanguineti, per un corrispettivo di cinquantamila lire, il confinante fabbricato denominato “Santo Spirito”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per saperne di più sulle Dame di Misericordia, sul Conservatorio delle Addolorate e sulla chiesa di Santo Spirito:

 

“Antichissima è l’istituzione delle Dame di Misericordia probabilmente originata da due o tre pie Donne le quali deliberarono di fare un cumulo di una parte delle proprie sostanze per sollevare i poveri ne’ più urgenti bisogni.”

G. BANCHERO, Genova e le due riviere: descrizione di G.B, Genova 1846, p. 285.

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“Le Dame di Misericordia, create dalla Repubblica nell’anno 1478, erano otto, una metà nobili, una metà borghesi; in seguito furono ridotte a sei, e ognuna attende a un sestiere della città: fra le tante opere di beneficenza che fanno, ajutano le fanciulle pericolanti, le collocano a spesa della pia istituzione in qualche conservatorio o le maritano, vegliano sul ricovero delle penitenti, soccorrono i carcerati. Nell’anno 1806 le Dame di Misericordia passarono sotto la dipendenza del Magistrato di Misericordia, al quale fu devoluta la loro nomina. Quelle dame hanno però una rendita propria di circa 80,000 lire l’anno, e la distribuiscono esse, in modo indipendente. (…) Conservatorio delle Addolorate. La nobile Argentina Imperiale, una delle Dame di Misericordia, nell’anno 1771, in via Porta Romana, nel sestiere di San Vincenzo, fondava a proprie spese questo asilo per le zitelle, di civile condizione, desiderose di scontare i proprj falli in un decente ritiro. (…)

Il numero delle Addolorate tocca la trentina; vestono lana scura, che insieme con tutte le altre cose pel vestire, si fabbricano nella casa; mangiano in comune; ognuna ha una propria cella per dormire. La casa è tenuta in modo confortevole, e possiede la rendita annua di circa 15,000 lire.”

S. BIFFI, Sui riformatori pei giovani, Milano 1870, pp. 73-74

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“La CHIESA DI SANTO SPIRITO, soppressa dal 1797, acconciata prima ai bisogni di Scuola di Carità, serbò un mezzo secolo e quadri e simulacri ed altari; ridotta in iscuola primaria Municipale n’è oggi del tutto priva, e vi dee ricordare d’alcuna spoglia che già ci occorse alla vista. Sul di fuori non disertò la sua nicchia una statua di Nostra Domina Lauretana, leggiadramente scolpita di bianchissimo marmo da Francesco Schiaffino. Né al luogo può togliere alcuno le sacre memorie: chè ella chiesa fondata nel secol XII da un Donadio, e chiostra di Cisterciensi, poi di Clarisse fino al 1579, ultimamente dei Padri Somaschi, e sotto ciascun di questi Ordini per varj titoli illustre.

Un’altra Cappella, oratorio in addietro di detti Padri, è attualmente dovuta alla religione d’una casa che ha titolo DELLE ADDOLORATE; pietoso istituto d’Argentina Imperiale gentildonna genovese, in benefizio di traviate fanciulle, per essa affidato alle cure delle Dame di Misericordia.”

F. ALIZERI, Guida illustrativa del cittadino e del forestiero per la città di Genova e sue adiacenze, Genova 1875, p. 470

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“La pia opera delle Dame di Misericordia ritrae le sue origini da tempi antichissimi, ma un proprio ordinamento, come pubblico isituto di beneficenza, l’ebbe solo con decreto del Senato delli 28 dicembre 1428. Nel 1506 fu sottoposta alla vigilanza del Magistrato di Misericordia, però in processo di tempo se ne franchì come istituzione autonoma.”.

F. DONAVER, Storia di Genova narrata alla gioventù e al popolo, Genova, 1890, p. 241

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“CONSERVATORIO DELLE ADDOLORATE – amministrato dal Pio Istituto delle Dame di Misericordia. Via Panigalli, 18 – Raccoglie gratuitamente donne non oltre i 35 anni, senza riguardo al luogo di nascita, per la loro riabilitazione morale.”

Annuario genovese Fratelli Pagano, 1942-43, p. 547

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