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L'eredità di Giuseppina Tollot

 

 Scritti Casuali

 

L’EREDITA’ DI GIUSEPPINA TOLLOT

 

 

         La carità verso i più piccoli (e non solo) attraverso il testamento di una nobildonna genovese del XIX secolo

 

 

         Tra le carte del notaio genovese Gian Antonio Bardazza è conservato un atto relativo alle operazioni di apertura del testamento olografo della Marchesa Giuseppina Tollot, moglie del Marchese Luigi Lomellini, nata a Genova il 6 luglio 1807, morta a Milano il 17 novembre 1881. 

         Il procedimento si svolge il giorno successivo al decesso davanti al Notaio Bardazza, presso il suo studio ubicato in Vico Santa Maria degli Angeli in Genova, alla presenza del Vice Pretore del Sestiere della Maddalena, di due testimoni e dell’avv. Enrico Merialdi, a cui in precedenza la de cuius aveva consegnato il plico suggellato.

         Tra i destinatari delle sue molte sostanze, infatti, figurano i “Poveri” dei paesi di Bergamasco e Oviglio (località oggi in provincia di Alessandria), per il tramite dei rispettivi Parroci, nonché la Società di Mutuo Soccorso di Alessandria.

         La vicinanza ai più piccoli si manifesta nelle disposizioni in favore degli asili infantili di Genova ed Alessandria.

         L’attenzione alle fasce più deboli della popolazione non esclude naturalmente che tra i beneficiari siano presenti persone che sembrano appartenere ad un ceto sociale più alto. Tra questi, si possono ricordare il già citato avvocato Merialdi e il Senatore del Regno Marchese Giovanni Ricci fu Gerolamo, entrambi nominati esecutori testamentari; del tutto presumibilmente, in questo gruppo si possono collocare anche i numerosi cugini citati.

         Nel lungo elenco dei beneficiari sono inoltre inserite molte persone che a vario titolo avevano prestato servizio per Giuseppina Tollot e per la sua famiglia: i domestici e la cameriera (alla condizione, peraltro, di trovarsi in servizio al momento del decesso della de cuius), il fattore delle cascine di San Cristoforo e San Nicolao Domenico Bovero (ubicate nel Circondario d’Acqui, come si spiega nell’atto stesso) con sua sorella Romina Benassi e i famigli ivi impiegati (sempre alla condizione di essere al servizio al momento della morte della Marchesa), il facchino Cesare Pieri in Firenze, l’ex cocchiere nello stabilimento in Firenze Buona Ventura Bertani, i mezzadri di Sestri (località dove possedeva una villa, come si evince dal documento allegato al testamento risalente al 1880), il suo scritturale Benedetto Daste.

         Sono inoltre assegnati beni in favore del personale di servizio di sua sorella Giacobita al momento del decesso nel 1875, su raccomandazione proprio di quest’ultima. Tali disposizioni patrimoniali, risalenti ad un atto che porta la data del 28 gennaio 1880, sono state espressamente riconfermate il 2 luglio 1881.

         Risulta quindi evidente la gratitudine, la stima e soprattutto il profondo rispetto della Marchesa nei confronti dei suoi collaboratori, che evidentemente non sono considerati alla stregua di sottoposti: ciò costituisce un ulteriore indice della sua notevole nobiltà d’animo.

         La parte più importante del testamento è senza dubbio quella che riguarda l’istituzione di un Asilo infantile a Genova, nominato erede universale salvo l’esatto e fedele adempimento di tutti i legati, lasciti, pensioni fatte e dichiarate in questo mio testamento.

         Giuseppina Tollot dispone che il nuovo Asilo da erigersi deve chiamarsi Asilo Infantile Tollot e deve avere speciale e separata amministrazione nominata dal municipio di Genova. L’opera è ideata, come afferma lei stessa nel testamento, per ricordare quanta affezione avesse il mio buon padre per la sua città nativa.

         La realizzazione dell’Asilo si deve principalmente all’impegno del già citato esecutore testamentario Senatore Giovanni Ricci; le vicende che hanno portato alla sua ultimazione, avvenuta nel 1888, sono illustrate dettagliatamente da Federico Donaver nel libro intitolato “Asilo Infantile Tollot di Genova. Memoria storico-pedagogica”, (Genova Tipografia del R. Istituto sordo-muti 1891, pagg. 11-17).

         L’esame di tale pubblicazione è altresì interessante perché consacra definitivamente le già più volte evocate virtù morali di Giuseppina e Giacobita Tollot: a pag. 12 si legge infatti a loro proposito che erano conosciutissime in tutta Genova per la generosità del cuore e per la squisita cortesia, dotate d’animo sensibile.

         Peraltro, lo stesso Donaver prosegue la medesima proposizione affermando che le sorelle ebbero travagliate ed infelici le vicende della vita; onde può dirsi di loro che trascorsero l’esistenza senza conforto salvo quello che proviene dall’operare benefico ed immacolato.

         La decisione di istituire l’asilo da parte di Giuseppina Tollot, con la quale si manifesta al massimo livello la sua propensione alla generosità e alla beneficenza, si può collegare strettamente alla dolorosa mancanza di discendenti da parte sua e di sua sorella, come attesta inequivocabilmente il seguente passo del testamento: e venendo a stabilire intorno al mio erede, poiché la Provvidenza volle che da entrambe noi sorelle non si lascino superstiti discendenti, instituisco nella mia città natale di Genova un nuovo asilo infantile.

         L’esame di un testo caratterizzato in gran parte da apparentemente aride disposizioni patrimoniali consente così di compiere un salto nel tempo e di entrare nel mondo di una munifica nobildonna dall’animo buono di fine Ottocento, innamorata della sua Genova ed in particolare dei suoi abitanti più piccoli, la cui vita è stata caratterizzata da grandi sofferenze.

 

 

 

 

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Firenze, 2 luglio 1881

         Giuseppina Tollot, moglie del Marchese Luigi Lomellini, redige il testamento olografo.

 

Milano, poco prima del 17 novembre 1881

         Giuseppina Tollot consegna al cavaliere avvocato Emilio Merialdi un plico suggellato con cinque sigilli di ceralacca nera impressi colle lettere G. T. L. intrecciate a cifra contenente il suo testamento olografo da custodire finché fosse vissuta per poi essere eseguito secondo sua forma e tenore.

 

Milano, 17 novembre 1881

         Morte di Giuseppa Tollot, moglie di Lomellini marchese Luigi, figlia di Andrea e Ravina Maria, d’anni settantatre, di professione agiata (come si legge nel certificato del comune di Milano allegato al verbale di apertura del testamento).

 

Genova, 18 novembre 1881

         Alle ore nove antimeridiane l’avvocato Merialdi nello studio del regio Notaro Gian Antonio Bardazza in Vico Santa Maria degli Angeli presso la Via ai quattro Canti di San Francesco N. 6 consegna il plico ricevuto da Giuseppina; dopo aver riconosciuto lo stesso integro ed integri i sigilli che lo chiudono viene aperto mediante taglio laterale e se ne estrae il testamento della prelodata Signora Marchesa Lomellini del quale si trascrive il letterale tenore.

 

 

L’anima e il corpo

 

         Dalle prime parole si manifesta la grande fede di Giuseppina Tollot che raccomanda l’anima a Dio e alla Santissima Vergine Maria, implorando il perdono delle sue colpe e richiedendo suffragi di Messe.

         Nel contesto della medesima proposizione, stabilendo così un collegamento che appare tutt’altro che casuale, la Marchesa esprime la richiesta di essere trasportata al Cimitero di Staglieno di Genova e di essere collocata vicino alla sorella Giacobita (mancata il 18 febbraio 1875), cui era molto affezionata. Tale desiderio è stato sicuramente esaudito: ancora oggi il monumento funebre dedicato alle due sorelle fa bella mostra di sé presso il più importante cimitero cittadino.

 

 

 

https://staglieno.comune.genova.it/en/node/1408

 

Io sottoscritta Giuseppina Tollot fu Andrea moglie del Marchese Luigi Lomellini fu Ottavio, volendo fare il mio testamento, e disporre di me e delle cose mie, ho in primo luogo raccomandato l’Anima a Dio mio Creatore ed alla Santissima Vergine Maria implorando il perdono delle mie colpe, ed in secondo luogo pensando al mio Corpo desidero che dopo quel funerale suffragi di Messe, elemosine ed altro che sarà giudicato conveniente dagli infrascritti miei Esecutori Testamentari come decoroso conveniente al mio Stato, sia fatto trasportare privatamente al Cimitero di Staglieno in Genova, e collocato a lato di mia buona sorella Giacobita nel deposito da me appositamente comperato per la mia buona Sorella Giacobita.

 

 

 

 

Le cose

 

         A tali richieste seguono nel testamento le disposizioni di carattere patrimoniale, che si sostanziano in rendite, vitalizi, assegnazioni di beni e di somme di denaro.

 

E venendo a disporre delle cose mie, ordino come in apresso.

 

 

 

Lasciti “al femminile”

 

         Le prime disposizioni testamentarie riguardano due donne definite “amiche” da Giuseppina e, al di là del denaro, trattano di argenteria (anche di un tipo particolare detto “vermeille”), di pellicce, di trine. Un particolare quasi civettuolo si insinua nel lascito a Eleonora Donati che, ogni anno, riceverà una cifra per comprarsi un gioiello pensando alla defunta; il legame con l’amica continua con un segno concreto come un regalo certamente gradito.

 

Lascio alla mia buona Cugina ed Amica Costanza Ricardi di Netro nata Lomellini un vitalizio vita durante di Lire Cinque Mila all’anno, di più tutta la mia Argenteria che si troverà nella mia abitazione in Città all’epoca della mia Morte anche i due Astucci ove vi è Argenteria con quella detta Vermeille.

Lascio alla mia buona Amica Eleonora Donati nata Buonamici Lire Mille all’anno vita durante per comperarsi un gioiello pensando a me, ed anche tutte le mie Pelliccie, Trine tanto bianche che nere.

 

 

 

I poveri…

 

         Sono quelli di Bergamasco e di Oviglio da beneficare tramite i parroci.

 

         Lego Lire Mille per una volta tanto ai Poveri del Paese di Bergamasco, Provincia d’Acqui da distribuirsi per mezzo del Reverendo Don Antonio Guastavigna.

         Lego Lire Mille per una volta tanto ai Poveri del Paese di Oviglio Provincia d’Alessandria da distribuirsi per mezzo dei due Parroci delle due Parrocchie di detto Paese.

 

 

 

…ed altri

 

         Lego alla mia buona amica Rosa Ricci del fu Gerolamo un regalo del valore di Lire Quattromila per una volta tanto.

         Lascio al mio Cugino Michele Angelo Fravega un vitalizio vita durante di Lire Duemila all’anno.

         Lascio alla buona Signora Giovanna Beriguardi Vedova Buonamici lire Mille all’anno vita durante.

         Lascio al buon Don Vittorino Tacchini un vitalizio vita durante di lire Cinquecento quaranta all’anno.

 

 

 

Le messe in suffragio

 

         Il parroco di Bergamasco ha l’incarico di celebrare messe per i vari familiari di Giuseppina. La prima destinataria dei suffragi è la figlia Emma, morta a 19 anni nel 1858 ad un anno dalle nozze con Luigi Agostino Casati.

         Emma non è stata la prima figlia di Giuseppina e Luigi a cui era nata Ginevrina nel febbraio 1837. La piccola era vissuta poco più di quattro mesi come si legge nella sua tomba nella chiesa genovese della Santissima Concezione e Padre Santo. Poco distante dalla bimba riposa Maria Ravina, la mamma di Giuseppina, morta qualche mese dopo la nipote. La testatrice quindi si è trovata nella situazione di dover gestire il lutto per la perdita della figlia e della madre a breve distanza di tempo; le lacrime di un dolore si uniscono a quelle di un altro, confondendosi.

        

         Lascio a Don Antonio Guastavigina di Bergamasco lire cinquecento all’anno vita durante per una Messa per la mia Cara figlia Emma, una per la mia buona Madre, una per mio buon Padre, ed una per la mia buona Sorella Giacobita.

 

 

 

I domestici

 

         Un lascito per chi è al suo servizio da più di due anni, con un occhio di riguardo per la cameriera.

         Lascio ai miei Domestici tanto Donne che Uomini che si troveranno al mio servizio all’epoca della mia morte, lire due mila per ciascheduno per una volta tanto, però che siano al mio servizio da due anni. Alla mia cameriera le lascio di più tutto il mio vestiario e biancheria di dosso, sempre che sia al mio servizio da due anni.

 

 

 

Il dottore, il fattore ed altri

 

         Lego per una volta tanto Lire duemila al mio buon amico Dottore Lorenzo Balbi di Bergamasco.

         Lego per una volta tanto Lire Duemila a Domenico Bovero fattore delle mie cascine di San Cristofaro e San Nicolao Circondario d’Acqui.

         Lego per una volta tanto Lire Cinquecento a Simone Piccardo di Bergamasco.

         Lascio per una volta tanto a titolo di legato Lire cento a ciascun dei famigli che si troveranno impiegati nelle mie cascine di San Cristofaro e San Nicolao all’epoca della mia morte.

         Lascio per una volta tanto Lire Duecento a Rosina Benassi sorella di Domenico Bovero.

         Lascio per una volta tanto Lire Duecento a Angela Maria Cresta cantoniera di Strada Ferrata.

 

 

 

La Società di Mutuo Soccorso di Alessandria

 

         Lego per una volta tanto Lire Quattromila alla Società di Mutuo Soccorso di Alessandria.

 

 

Il facchino, il cocchiere e i mezzadri

                  

         Lascio al facchino Cesare Pieri in Firenze per sua pensione Lire trenta al mese finché vivrà.

         Lego per una volta tanto a Buona Ventura Bertani ex cocchiere nello stabilimento Borgo in Firenze Lire Mille.

         Lascio ai miei mezzadri di Sestri per una volta tanto Lire Duemila.

 

 

I cugini

 

         Lego per una volta tanto alle due mie Cugine figlie del fu mio Cugino Filippo Ravina in Teneriffa un regalo a ciascuna di Lire Duemila.

         Lego ai miei Cugini maschi figli del fu mio cugino Giovanni Andrea Ravina di Cadice lire cinquemila a ciascuno di essi per una volta tanto.

         Lascio una pensione vitalizia di Lire Duecento al mese sua vita durante alla mia Cugina Maria Fravega vedova Piantanida.

 

 

La nutrice di Emma

 

         La figlia Emma è morta ormai da 23 anni ma Giuseppina è ancora legata alla sua nutrice, destinata a ricevere un vitalizio.

         Lascio a Francisca Dolcino nutrice della fu mia carissima figlia Emma, Lire quaranta al mese finché vivrà.

 

 

La vedova

 

         Lascio a Margherita Vedova Molinari Lire quarantadue al mese finché vivrà.

 

 

Gli asili

 

         Le città di Genova e di Alessandria, probabilmente tra le più amate da Giuseppina, sono oggetto di lasciti relativi agli asili.

         Lascio una volta tanto agli Asili Infantili di Genova lire Quattromila.

         Lascio una volta tanto agli Asili Infantili di Alessandria lire Duemila.

 

 

L’avvocato e lo scritturale

 

         Il lascito all’avvocato Merialdi è definito “regalo”, quello allo scritturale una pensione annuale pari allo stipendio che riceve essendo al servizio di Giuseppina.

 

         Lascio all’avvocato Emilio Merialdi un regalo del valore di Lire Duemila.

         Lascio al mio scritturale Benedetto Daste a titolo di annua pensione vitalizia sua vita naturale durante Lire Milleduecento pagabile in Lire Cento per ciascun mese, cioè siccome ora faccio pel suo onorario.

 

 

Il lascito al Senatore del Regno

 

         Lascio a titolo di legato ed in piena assoluta proprietà al mio buon amico Marchese Giovanni Ricci fu Gerolamo Senatore del Regno, al quale ho tanta amicizia, stima e riconoscenza tutti i miei beni stabili situati nel territorio del paese di Bergamasco, Circondario d’Acqui, denominati Cascina di San Cristoforo, Cascina di San Nicolao, Cascina dell’orto, tali   quali si troveranno all’epoca della mia morte, con tutti i raccolti e redditi    dell’anno in corso, coi vasi vinari ed altri effetti ed attrezzi rurali d’ogni genere, con tutte le scorte si vive che morte di mia spettanza, coi fabbricati si civili che rustici e cogli effetti tutti mobiliari,  in somma con tutto quanto si troverà in esse tre cascine e nella mia abitazione in San Cristofaro all’epoca del mio decesso niente escluso ed eccettuato; voglio inoltre che questa mia liberalità abbia effetto a preferenza di tutte le altre, e che a nessuno sia lecito esaminare o fare stendere inventario alcuno di quanto potrà trovarsi nella mia casa di abitazione nella predetta Cascina di San Cristofaro.

 

 

 

Una Messa ogni anno il 17 novembre alle Vigne

 

         Il giorno della sua morte ci sarà una Messa a suffragio di Giuseppina nella Basilica di Santa Maria delle Vigne a Genova.

 

         Sarà celebrato annualmente ed in perpetuo nel giorno anniversario della    mia morte una messa coll’elemosina di Lire Duecento dal Parroco pro tempore della Chiesa di Nostra Signora delle Vigne.

 

 

L’Asilo Tollot come erede universale

 

         E venendo a stabilire intorno al mio erede, poiché la Provvidenza volle che da entrambe noi sorelle non si lascino superstiti discendenti instituisco nella mia Città Natale di Genova un Nuovo Asilo Infantile e lo nomino mio Erede Universale di tutto quanto posseggo e possederò   all’epoca della mia morte, niente escluso ed eccettuato salvo l’esatto e   fedele adempimento di tutti i legati, lasciti, pensioni fatte e dichiarati in questo mio testamento.

         Il nuovo Asilo Infantile da erigersi avente speciale e separata amministrazione nominata dal Municipio di Genova, sarà denominato Asilo Infantile Tollot, e ciò per ricordare quanta affezione avesse il mio buon padre per la sua Città Nativa, ed inoltre per onorare la Cara       memoria di Colui al quale unicamente appartenne tutto quanto io posseggo.

         Nomino ed instituisco ad Esecutori Testamentari delle ultime mie volontà i signori Marchese Giovanni Ricci fu Gerolamo Senatore del Regno, ed il Signor Avvocato Emilio Merialdi ex Deputato al Parlamento Italiano, che prego di voler accettare questo incarico come pegno d’amicizia.

         Dichiaro che il mio Erede avrà facoltà di pagare i Legati e Lasciti tutti entro sei mesi a contare dall’epoca della mia morte.

         Tanto l’esecuzione dei Legati, Lasciti come la instituzione1 del nuovo Asilo, e tutti gli incombenti relativi, voglio siano esclusivamente fatti dai miei Esecutori Testamentari, ai quali do ogni maggiore facoltà per eseguire quanto sopra, nel modo e come meglio stimeranno.

 

 

 

La conclusione, chiedendo preghiere

 

         Revoco in modo espresso ed assoluto qualunque testamento anteriore al presente, come qualunque disposizione testamentaria da me prima d’ora fatta, dichiarando che nel presente testamento di mio proprio pugno scritto è contenuta l’ultima mia volontà, la quale voglio sia pienamente e fedelmente eseguita, e raccomandandomi alle preghiere di tutti mi sottoscrivo.

 

         Giuseppina Tollot moglie del Marchese Luigi Lomellini fu Ottavio.

         Firenze due Luglio Mille Ottocento Ottanta uno.

         Questo mio testamento è contenuto in otto facciate scritte intieramente2      da me, ed esprime la mia ultima volontà che voglio sia fedelmente ed in ogni parte eseguita. 

         Firenze due Luglio Mille Ottocento Ottanta e uno

         Giuseppina Tollot, moglie del Marchese Luigi Lomellini fu Ottavio.

 

 

 

 

In foglio separato

 

         Al testamento è allegato un foglio, datato 28 gennaio 1880, il cui testo è confermato il 2 luglio 1881.

 

         Per Norma del mio erede, e degli esecutori testamentari, segno su questo foglio l’entità del mio patrimonio al giorno d’oggi.

         Tengo a mutuo col fu Conte Giacinto Sannazzaro Natta di Casale un capitale di Lit. 100/mila.

         Col Conte Ignazio Thaon di Redel3 l’ammontare della mia dote in Lit. 166/mila.

         Col Signor Costantino Solari per residuo prezzo vendita della casa Vico Collalanza in Genova Lit. 30/mila.

         N. 11 Cedole del Debito Pubblico per la rendita di Lit 6700 rappresentanti il capitale restituito dal Marchese di Rorà.

         N. 7 Cedole idem per la rendita di Lit. 4800, rappresentanti il capitale restituito dal Signor Vocchieri.

         N. 13 Cedole idem per la rendita di Lit. 3395, rappresentanti il capitale restituito dalla Vedova Berardi.

         Cascina di San Cristofaro condotta in affitto dal Marchese Giovanni Ricci Senatore del Regno, per la somma annua di Lit. Cinque MillaSeicento.

         Inoltre posseggo la villa di Sestri Ponente, coi quattro magazzeni in Portofranco in Genova, più il Mobiglio5 di Casa, già appartenente alla mia buona sorella Giacobita, e dei quali rimasi Erede, e ciò essendo la verità mi sottoscrivo

         Giuseppina Tollot moglie del Marchese Luigi Lomellini fu Ottavio.

         Firenze Ventotto Gennaio 1880.

 

 

         Mia sorella Giacobita avvendomi6 fatto raccomandare le persone di servizio in sua Casa all’epoca della sua morte, di mia spontania7 volontà dispongo come in appresso.

         Lascio a Carlo Borsa già domestico di mia sorella Giacobita Lire Trenta al mese finché vivrà le quali unite alle Lire trenta mensili lasciatele con testamento di mia sorella Giacobita fanno lire sessanta.

         Lascio a Andrea Broccino Cuoco che si trovava in casa di mia sorella Giacobita all’epoca di sua morte Lire trenta al mese finché vivrà.

         Lascio a Serafina Neri Cameriera di mia sorella Giacobita Lire trenta al mese finché vivrà.

         Lascio a Vincenzo Neri Domestico di mia sorella Giacobita Lire trenta al mese finché vivrà.

         Lascio a Antonietta Sanguineti seconda Cameriera di mia sorella Giacobita lire dieci al mese finché vivrà.

         Lascio a Maria Canepa già Cameriera di mia buona madre lire trentaquattro al mese finché vivrà, le quali unite alle lire sedici già lasciatele per testamento di mia sorella Giacobita fanno Lire Cinquanta al mese.

         Noto a questo riguardo che la buona mia sorella Giacobita con il suo testamento lasciava alla sorella Monaca di detta Maria Canepa Lire sei al mese vita naturale durante.

         Giuseppina Tollot moglie del Marchese Luigi Lomellini fu Ottavio.

         Firenze Ventotto Gennaio 1880.

         Riconfermo tutte le presenti disposizioni a riguardo della servitù della mia buona sorella Giacobita.

         In quanto a l’entità del mio patrimonio sono avvenute variazioni per cui non può servire di norma l’annesso elenco.

         Giuseppina Tollot, moglie del Marchese Luigi Lomellini fu Ottavio.

         Firenze due Luglio Mille Ottocento Ottanta Uno.

 

 

                1  instituzione: così nel testo.        2 intieramente: così nel testo.        3 Redel: così nel testo.        4 Milla: così nel testo.         5 Mobiglio: così nel testo.          6 avvendomi: così nel testo.            7 spontania: così nel testo.

 

 

 

 

 

Fonti:

Archivio di Stato di Genova, Notai Antichi, Terza Sezione, 963

Archivio di Stato di Genova, Stato Civile Napoleonico, Genova, Nati 1807

F. Di Caprio Francia, Donne genovesi tra fine Settecento e primo Novecento, Genova, De Ferrari, 2014

F. Donaver, Asilo infantile Tollot di Genova. Memoria storico-pedagogica, Genova, Tipografia dell’Istituto Sordomuti, 1891

C. Sertorio, Il Patriziato Genovese, discendenza degli ascritti al Libro d’Oro nel 1797, Genova, Giorgio Di Stefano Editore, 1967.

www.genmarenostrum.com/pagine-lettere/letterac/casati/casati4.htm

 

 

 

 

L'Asilo Tollot a Genova in Via Vincenzo Ricci

 

 

 

 

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