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Memoria dei giorni

 

Tracce di Pedemonte

 

MEMORIA DEI GIORNI

 

Una sorta di “calendario plurisecolare” in cui si ricordano storie umane e concreta quotidianità attraverso le carte dell’archivio parrocchiale di Pedemonte di Serra Riccò (Genova).

 

 

 

Gennaio

 

1 gennaio

1892: morte di Giacomo Frixione (54 anni).

 

2 gennaio

1889: morte di Natale Michele Simone Pedemonte (51 anni).

1906: morte di Maria Teresa Noli (50 anni), figlia del fu Settimio.

 

3 gennaio

1884: morte di Giuseppe Parodi (3 mesi), figlio di Giovanni Battista e Angela Bribò.

1886: morte di Giovanni Ronco (79 anni).

 

4 gennaio

1891: morte di Maria Campi (appena nata), figlia di Luigi e Caterina Bordo.  

1893: pagamento per lavori di pittura a Luca Sacco.

 

5 gennaio

1798: nascita di Giuseppe Robatta.

1903: morte di Valentina Frixione (18 giorni), figlia di Dario.         

         

6 gennaio

1776: matrimonio tra Giacomo Pedevilla e Margherita Pedemonte.

 

7 gennaio

1831: nascita di Gio’ Batta Pedemonte.

1896: morte di Maria Laura Cereseto (4 giorni), figlia di Angelo e Rosa Passano, gemella di Maria Luisa, gemella di Maria Luisa, destinata a morire il giorno dopo.

 

8 gennaio

1810: nascita di Francesca Comotto.

1882: morte di Angela Casanova (4 anni), figlia di Gottardo e Clotilde Argenti.

1890: morte di Francesco Pedemonte (neonato) di Giovanni e Anna Ronco.      

1896: morte di Maria Luisa Cereseto (5 giorni), figlia di Angelo e Rosa Passano, gemella di Maria Laura, morta il giorno prima.

 

9 gennaio

1777: matrimonio tra Giovanni Battista Ronco e Maria Antonia Pedemonte.

 

10 gennaio

1859: matrimonio tra Nicolò Crosa e Colomba Frixone.

1903: morte di Cesare Castagnone (5 giorni), figlio di Dario ed Emilia Pareto.            

 

 

11 gennaio

1807: riparazione dell’orologio della chiesa parrocchiale.

 

12 gennaio

1901: acquisto di materiale per edilizia.

 

 

13 gennaio

1862: matrimonio tra Luigi Carlo Marengo e Rosa Gallino.

 

14 gennaio

1851: matrimonio tra Giuseppe Denegri e Rosa Lavagetto.

1885: morte di Rosa Campi (2 mesi), figlia di Luigi e Caterina Borro.

 

 

 

15 gennaio

1816: matrimonio tra Giovanni Calcagno e Maria Magnanego.

1881: morte di Giuseppe Travi (11 mesi), figlio di Francesco e Colomba Cereseto.

 

16 gennaio

1807: acquisto della polvere per lo sparo dei mortaretti alla vigilia di Sant’Antonio.

 

17 gennaio

1749: nascita di Giacomo Antonio Pedevilla.

1849: matrimonio tra Gaetano Noli e Maddalena Santamaria.

1892: morte di Angelo Pedemonte (2 anni) di Francesco e Rosa Pedemonte.                        

1900: morte di Luigi Pedemonte (3 giorni), figlio di Pietro.            

1906: morte di Antonio Comotto (43 anni), figlio di Cesare.

 

18 gennaio

1823: matrimonio tra Giacomo Nicola Giuseppe Maria Cosso e Maria Vittoria Ronco.

1873: pagamento di Lire 4,80 per i pani benedetti e distribuiti nella festa di Sant’Antonio.

 

19 gennaio

1845: matrimonio tra Biaggio Rossi e Pellegra Ronco.

1890: morte di Annunziata Oliva (2 anni) di Bartolomeo e Luisa Parodi.                          

1901: morte di Amedea Angela Frixione (9 mesi), figlia di Agostino.

 

20 gennaio

1872: offerta di Lire 3,44 da parte di mulattieri ed asinai.

1880: morte di Anna Camilla Giuseppina Ponset (11 giorni), figlia di Roberto.              

1895: morte di Laura Cereseto (11 mesi), figlia di Lorenzo e Rosa Passano.             

      

21 gennaio

1891: morte di Luisa Pedemonte (un giorno), figlia di Stefano e Maria Passano.                

1894: morte di Maddalena Comotto (89 anni)

 

22 gennaio

1765: pagamento a Felice Piccaluga (figlio di Filippo) di una rata di 100 lire per l’acquisto dell’organo della Chiesa parrocchiale.

 

23 gennaio

1893: morte di Tommasina Parodi (4 mesi), figlia di Carlo.                

          

24 gennaio

1900: morte di Serafino Ronco (6 mesi), figlio di Luigi.

1905: morte di Delfina Cervetto (11 mesi), figlia di Luigi e Colomba Lavagetto.

 

25 gennaio

1897: matrimonio tra Settimio Luigi Roncallo e Rosalia Parodi.

1908: morte di Caterina Badino (2 mesi), figlia di Giulio e Angela Grasso.

 

26 gennaio

1774: matrimonio tra Giacomo Pedemonte e Maria Pedevilla.

1881: morte di Caterina Travi (5 anni), figlia di Francesco e Colomba Cereseto.          

  

27 gennaio

1918: lavori di “Terrile Antonio cesellatore”.

 

28 gennaio

1892: morte di Caterina Pia Pedemonte (2 giorni), figlia di Luigi e Francesca Brassesco.                    

1802: nascita di Giacomo Pedemonte.

 

29 gennaio

1839: matrimonio tra Francesco Torre e Anna Pedemonte.

1892: morte di Luisa Pedemonte (un anno), figlia di Francesco e Angela Pedemonte.                            

1904: morte di Emma Guinazzi (5 anni), figlia di Francesco e Clementina Pedemonte.

 

 

30 gennaio

1874: acquisto di provvista di cera “pel dì della Purificazione”.

1892: morte di Francesco Ferrando (7 mesi), figlio di Michele e di Carola Petricioli.                      

1896: morte di Paolo Grone (12 giorni), figlio di Francesco ed Emilia Ronco.      

        

31 gennaio

1885: matrimonio tra Giovanni Lavagetto e Maria Travi.

1927: fornitura di candele da parte della ditta G.B. Zambelli di Rivarolo Ligure.

 

 

 

Febbraio

 

 

1 febbraio

1766: matrimonio tra Emanuele Pelissa e Anna Maria Pedemonte.

1927: fornitura di candele da parte della “Reale e Pontificia Cereria Bancalari&Bruno” di Chiavari.

1901: morte di Maria Tremagli (8 mesi), figlia di Vincenzo.

 

2 febbraio

1794: nascita di Maria Rosa Caterina Comotto.

 

3 febbraio

1856: matrimonio tra Angelo Gio’ Batta Meirana e Anna Polonia Grone.

 

4 febbraio

1846: matrimonio tra Giuseppe Porcile e Antonia Levrero.

 

5 febbraio

1871: offerta di Lire 1,36 da parte dei mulattieri.

 

6 febbraio

1888: matrimonio tra Pasquale Timossi e Maria Celeste Ronco.

 

7 febbraio

1864: matrimonio tra Francesco Gallino e Maria Pedemonte.

 

8 febbraio

1842: matrimonio tra Giuseppe Pastorino e Margarita Morasso.

 

9 febbraio

1861: matrimonio tra Bartolomeo Rossi e Maria Cattarina Pedemonte

1892: morte di Serafina Poirè (6 anni), figlia di Ignazio e Maria Meirana.      

        

10 febbraio

1890: matrimonio tra Luigi Comotto ed Anna Passano.

1904: morte di Giovanni Battista Parodi (2 mesi), figlio di Gerolamo e di Luisa Torazza.

1910: morte di Eugenia Elisa Torazza (13 anni), figlia di Giovanni e Geronima Pedemonte.

 

11 febbraio

1858: matrimonio tra Gio’ Batta Ricchino e Cattarina Pedemonte.

1858: nascita di una bambina, il cui nome resta sconosciuto, volata in Cielo poco dopo il battesimo amministrato “per pericolo di morte” dalla levatrice. I genitori sono Giacomo Dellepiane figlio di Lorenzo, vetturale illetterato, e Rosa Delucchi figlia di Agostino.

1889: morte di Maria Bribò (6 mesi), figlia di Giuseppe e Maria Bribò.                      

1908: morte di Angela Maria Pedemonte (3 anni), figlia di Lorenzo e della defunta Angela Pedemonte.

 

 

12 febbraio

1863: matrimonio tra Antonio Volpino e Maria Teresa Magnanego.

 

13 febbraio      

1896: morte di Giuseppe Pedemonte (un mese), figlio di Angelo e Rosa Parodi.

1896: morte di Antonio Casanova (2 mesi), figlio di Davide e Ottavia Dellepiane.

1904: morte di Pia Angela Pedemonte (3 anni), figlia di Tomaso e Irene Cassissa.

1933: pagamento di 8,25 lire per imposta ricchezza mobile.

 

14 febbraio

1857: matrimonio tra Giovanni Battista Parodi e Maria Pedemonte.

 

15 febbraio

1896: matrimonio tra Giovanni Scalvini ed Elisa Maria Pedemonte.

1899: morte di Antonio Carmelo Carlini (11 giorni), figlio di Giuseppe.     

                 

16 febbraio

1769: morte di Caterina Grone (6 giorni).

 

17 febbraio

1892: morte di Teresa Comotto (un mese), figlia di Giovanni e Luisa Ghiglione.                  

1898: matrimonio tra Filippo Vitali e Giovanna Cassissa.

1901: morte di Giuseppe Guinazzo (10 mesi), figlio di Francesco.

 

18 febbraio

1883: morte di Santino Gatti (6 mesi), figlio di Lorenzo e Maria Lagorio.

1950: quarto giorno del pellegrinaggio a Roma.

 

19 febbraio

1852: matrimonio tra Domenico Risso e Chiara Comotto.

1900: morte di Enrica Pini (6 mesi), figlia di Cesare.        

 

 

20 febbraio

1898: morte di Domenico Musso (74 anni).

1908: morte di Mario Passano (un mese), figlio di Angelo e Valeria Ferrando.

 

21 febbraio

1900: matrimonio tra Lorenzo Meirana e Rosanna Galino.

 

22 febbraio

1841: matrimonio tra Lorenzo Cereseto e Vincenza Noli.

1901: morte di Vincenza Medicina (2 giorni), figlia di Michele.           

     

23 febbraio

1819: matrimonio tra Giacomo Marasso e Angela Pedemonte.

1888: morte di Giovanni battista Ronco (23 anni), figlio di Pasquale e Caterina Canepa.       

         

24 febbraio

1938: pagamento di 170 lire al falegname Angelo Lavagetto per quattro imposte di legno in sacrestia.

 

25 febbraio

1840: matrimonio tra Giuseppe Pedemonte e Rosa Cassisia

1893: morte di Attilio Crosa (9 mesi), figlio di Giuseppe.           

                     

26 febbraio

1770: matrimonio tra Giovanni Battista Campi e Maria Semina.

 

27 febbraio

1843: matrimonio tra Francesco Comotto e Maria Argentina Comotto.

1895: morte di Lorenzo Dellepiane (14 giorni), figlio di Vittorio e Aurelia Pedemonte.                

1900: morte di Giovanni Carmelo Frixione (un mese), figlio di Stefano e Luisa Musso.  

 

 

28 febbraio

1865: matrimonio tra Gio’ Batta Dellepiane e Maria Comotto.

 

29 febbraio

1772: matrimonio tra Francesco Selesio Corte e Maria Arcangela Teresa Pedemonte.

 

 

 

Marzo

 

 

1 marzo

1824: matrimonio tra Giacomo Antonio Campora e Teresa Pedemonte.

 

2 marzo

1809: nascita di Gio’ Batta Cresta.

 

3 marzo

1888: morte di Giuseppe Canepa (85 anni).

1901: morte di Maria Timossi (2 anni e 11 mesi), figlia di Pasquale.

 

 

4 marzo

1900: morte di Angelo Pedemonte (3 mesi), figlio di Luigi e Vittoria Pedemonte, fratello di Luigi, destinato a morire l’8 aprile 1900.

 

5 marzo

1882: morte di Elena Maggi (5 mesi), figlia di Giovanni Battista e Caterina Cavagna, sorella di Emilio, destinato a morire il 10 marzo 1882.

1886: matrimonio tra Giuseppe Ronco e Rosa Ricchino.

 

6 marzo

1848: matrimonio tra Antonio Pedemonte e Vittoria Roncallo.

 

7 marzo

1780: nascita di Giuseppe Lavagetto.

1882: morte di Domenico Pedemonte (un anno), figlio di Andrea e Caterina Carbone.

 

8 marzo

1832: nascita di Gaetana Campi.

 

9 marzo

1882: morte di Angelo Rombo (6 anni), figlio di Antonio e Maria Corte.

1902: “esecuzione delle scalenature delle colonne marmorizzate e rigate”.

2020: morte di Don Michele Repetto, nativo di Genova Pontedecimo - parroco a Pedemonte di Serra Riccò dal 1987 al 2013.

 

 

10 marzo

1855: matrimonio tra Francesco Cassissia e Anna Casarino.

1882: morte di Emilio Maggi (un anno), figlio di Giovanni Battista e Caterina Cavagna, fratello di Elena, morta il 5 marzo 1882.                                                  

1909: morte di Carmela Torazza (18 anni), figlia di Giovanni.

1928: fornitura di materiale e manodopera da parte di Settimio Roncallo, fabbro ferraio e ottoniere di Serra Riccò.

 

11 marzo

1891: morte di Candida Campi (35 anni), figlia di Giovanni Battista e Teresa Ronco.

 

12 marzo

1788: nascita di Francesca Comotto.

 

13 marzo

1890: morte di Celeste Porcile (58 anni).

 

14 marzo

1938: pagamento di 669 lire a Sanguineti di Chiavari per 100 seggiole (nonché di 20 lire per il relativo trasporto).

 

15 marzo

1711: nascita di Francesco Campi.

 

16 marzo

1708: nascita di Anna Maria Pedemonte.

 

17 marzo

1821: matrimonio tra Giuseppe Pedemonte e Teresa Balestrino.

 

18 marzo

1874: pagamento di 10 lire al Parroco per il triduo in Carnevale (per lo stesso motivo pagamento di 5 lire al Reverendo Curato e al Reverendo Canepa).

1883: morte di Giuseppe Pedemonte (neonato), figlio di Giuseppe e Caterina Frixione.                        

2018: traslazione dei resti mortali del sacerdote Giacomo Vigo dal cimitero alla chiesa parrocchiale.

 

19 marzo

1768: morte di Antonio Pedemonte (5 anni).

1873: corresponsione di un compenso di 3,50 lire ad un cantore di Orero per la festa di San Giuseppe.

1895: morte di Luigi Ratto (14 giorni), figlio di Albero e di Giovanna Torre.     

                       

20 marzo

1804: nascita di Felice Pittaluga.

1882: morte di Luigi Porcile (4 anni circa), figlio di Angelo e Caterina Braccesco.

1889: morte di Leo Pedemonte (63 anni), figlio di Giuseppe.                

  

21 marzo

1812: nascita di Angela Maria Cambiaso.

1902: morte di Maria Pasqualina Frixione (6 anni), figlia di Stefano.

 

22 marzo

1815: nascita di Rosa Comotto.

1882: morte di Giovanni Rombo (4 anni), figlio di Antonio e Maria Corte.            

1965: licenza rilasciata dal Sindaco del Comune di Serra Riccò al Reverendo Don Giacomo Vigo per la costruzione di una scuola materna.

 

23 marzo

1836: nascita di Gio’ Batta Sacco.

1902: morte di Giuseppe Nicola Frixione (13 giorni), figlio di Carlo.   

         

24 marzo

1867: acquisto di 5 chili di polvere da mortaretti per la festa dell’Annunziata.

1895: morte di Carlo Ghiglione (5 mesi), figlio di Salvatore e della fu Caterina Badino.            

1910: nascita a Campomorone di Giacomo Vigo, figlio di Giuseppe e Rosa Chiara Rossi, destinato ad essere parroco a Pedemonte per 37 anni.

 

25 marzo

1859: morte, subito dopo la nascita, di un/a bimbo/a (l’atto di Battesimo, amministrato dalla levatrice Teresa Comotto, non specifica il genere) figlio di Francesco e Francesca Pedemonte.

1899: morte di Luigi Francesco Comotto (16 anni), figlio di Giovanni.

 

26 marzo

1925: fornitura di “ceriotti rifatti da rottami” da parte della ditta G. B. Zambelli di Rivarolo, antica e premiata fabbrica di candele di cera.

1938: pagamento di 70 lire al Maestro Firpo per musica e prove (nonché di 80 lire per il servizio) per la festa dell’Annunziata.

 

27 marzo

1843: morte di Antonio Pedemonte (100 anni).

1896: morte di Giuseppa (15 anni), figlia di Giovanni Battista e Teresa Frixione.     

         

28 marzo

1827: nascita di Nicola Settimio Cereseto.

1905: morte di Maria Cassissa (3 anni), figlia di Francesco e Carmela Poggi.     

 

29 marzo

1806: nascita di Rosa Pedemonte.

 

30 marzo

1814: nascita di Maddalena Comotto.

1886: morte di Maria Roncallo (un anno), figlia di Giovanni Battista e Teresa Ronco.         

           

31 marzo

1928: acquisto di una corda per la campana maggiore della chiesa parrocchiale.

 

 

 

 

 

 

Aprile

 

 

1  aprile

1869: acquisto di palme e palmizi da distribuirsi.

 

2  aprile

1780: nascita di Giuseppe Comotto.

 

3  aprile

1855: acquisto di fiori per il sepolcro (2 lire).

1885: morte di Angelo Mora (3 anni).

 

4  aprile

1884: morte di Maria Clara Pedemonte (9 mesi).

1896: morte di Paolo Porcile (46 anni), figlio di Lorenzo e Rosa Campi.         

         

5  aprile

1893: fattura dei fratelli Repetto di Lavagna per l’esecuzione di lavori in marmo.

 

6  aprile

1874: acquisto per 13,50 lire di una “mezzaluna inverniciata” per l’altare della Madonna del Rosario.

1905: morte di Rina Pedemonte (15 giorni), figlia di Angelo e Anna Casanova.  

 

 

7  aprile

1872: acquisto di due sacchi di segatura presso Lorenzo Passano.

1889: morte di Antonio Traverso (81 anni).        

          

8  aprile

1871: acquisto di un piccolo aspersorio.

1900: morte di Luigi Pedemonte (4 anni), figlio di Luigi Pedemonte e Vittoria Pedemonte, fratello di Angelo, morto il 4 marzo 1900.

 

9  aprile

1888: morte di Maria Serafina Campi (4 mesi), figlia di Luigi e Caterina Ronco.

1926: acquisto palme.

 

10  aprile

1893: matrimonio tra Pietro Napoli e Virginia Pedemonte.

1903: morte di Maria Modesta Barbieri (9 mesi), figlia di Giovanni Battista e Colomba Parodi.

 

 

11  aprile

1825: nascita di Paola Lavagetto.

 

12  aprile

1887: morte di Rosa Pedemonte (74 anni).

 

13  aprile

1807: il fabbro Giovanni Semino consegna una chiave lavorata per la cassa delle anime del purgatorio.

 

14  aprile

1818: matrimonio tra Domenico Agostino Spalazzo e Geronima Grondona.

 

15  aprile

1850: matrimonio tra Nicolò Rebora e Rosa Comotto.

 

16  aprile

1839: nascita di Anna Giovanna Corte.

 

17  aprile

1844: nascita di Maria Consolata Pedemonte.

 

18  aprile

1807: riparazione dell’orologio della chiesa parrocchiale.

1891: morte di Linda Sacco (18 anni), figlia di Giovanni Battista.           

   

19  aprile

1860: matrimonio tra Biaggio Porcile e Cattarina Pedemonte.

1868: acquisto per 5,80 lire di fiori freschi e palme.

 

20  aprile

1906: morte di Maria Pedemonte (14 anni), figlia di Giovanni Battista e Maria Frixione.

1931: acquisto di un battaglio per la campana maggiore della chiesa parrocchiale.

 

21  aprile

1862: aggressione davanti alla chiesa.

1895: matrimonio tra Francesco Grone e Rosa Emilia Ronco.

 

22  aprile

1815: nascita di Maria Pedemonte.

1900: morte di Domenico e Giuditta Cereseto (2 giorni), figli di Angelo e Rosa Passano, gemelli di Angela, destinata a morire il 10 maggio 1900.                 

     

23  aprile

1822: matrimonio tra Giuseppe Noli e Rosa Gallino.

1865: compenso di Lire 62,10 corrisposto al Padre Felice per la predicazione quaresimale.

1886: morte di Vittoria Pedemonte (10 giorni), figlia di Luigi e Vittoria Pedemonte.            

1891: morte di Settimio Profumo (21 mesi), figlio di Luigi.     

   

24  aprile

1827: nascita di Maria Morasso.

1886: morte di Emilia Oliva (6 anni), figlia di Bartolomeo e Luisa Parodi.     

                   

25  aprile

1792: nascita di Natale Richino.

 

26  aprile

1831: nascita di Cecilia Roncallo.

 

27  aprile

1891: matrimonio tra Giacomo Caminati e Carmela Parodi.

1905: morte di Ernesta Parodi (un giorno), figlia di Angelo e Giuseppa Dapelo.

 

28  aprile

1847: matrimonio tra Tomaso Ulcese e Caterina Pedemonte.

1886: morte di Angelo Porcile (58 anni), figlio di Francesco.           

     

29  aprile

1844: matrimonio tra Giorgio Pedemonte e Angela Risso.

1902: morte di Luigi Ernesto Frixione (7 mesi), figlio di Agostino.

 

30  aprile

1892: matrimonio tra Giuseppe Carlini e Maria Casanova.

1896: morte di Enrico Timolati (un anno), figlio di Dante.                      

1896: morte di Ottavio Meirana (39 anni), figlio di Antonio e Rosa Marchese.     

 

               

 

 

 

 

Maggio

 

 

1 maggio

1896: morte di Antonio Luigi Comotto (18 giorni), figlio di Giovanni Battista e Teresa Passano.            

1923: lavori del fabbro ferraio Settimio Roncallo.

 

2 maggio

1937: pagamento di 22 lire come supplemento della Messa festiva delle ore 9.

 

3 maggio

1794: nascita e morte di un bimbo (l’atto di Battesimo, amministrato dalla levatrice, non presenta il nome) figlio di Giuseppe Grasso e Teresa Napoli, già genitori di Colomba, nata nel 1789.

1796: nascita di Francesco Corte.

 

4 maggio

1904: acquisto di una pianeta di raso bianco ricamata su seta.

 

5 maggio

1884: morte di Colomba Frixione (circa un anno), figlia di Carlo e Anna Meirana.                      

1897: morte di Rosa Bevegni (76 anni).

 

6 maggio

1868: corresponsione di 30 lire al pittore Alessandro Panaro per il quadro di San Luigi.

1841: nascita e morte di un bimbo (l’atto di Battesimo, amministrato dalla levatrice Argentina Comotto, non presenta il nome) figlio di Francesco Campi, contadino, e Paola Pedemonte.

 

7 maggio

1817: nascita di Geronima Pedemonte.

1841: morte dopo un’ora di vita del figlio di Francesco Campi e Paola Pedemonte, destinata a morire pochi giorni dopo.

 

8 maggio

1910: acquisto di candele presso la ditta G.B. Zambelli di Rivarolo.

 

9 maggio

1787: nascita di Giacomo Comotto.

1893: morte di Maria Serafina Corte (un giorno), figlia di Stefano e Rosa Pastorino.                      

1905: morte di Angela Pedemonte (6 anni), figlia di Angelo e Anna Casanova.    

 

 

10 maggio

1883: morte di Rosa Porcile (23 anni)..

1900: morte di Angela Cereseto (14 giorni), figlia di Angelo e Rosa Passano, gemella di Domenico e Giuditta, morti il 22 aprile 1900.     

                         

11 maggio

1826: nascita di Rosa Pedemonte.

 

12 maggio

1821: nascita di Giacomo Pedemonte.

 

13 maggio

1925: acquisto del “registro dei morti” per l’archivio.

 

14 maggio

1791: nascita di Margherita Pedemonte.

 

 

15 maggio

1788: nascita di Maria Grone.

1894: morte di Mario Pedemonte (2 anni), figlio di Francesco.           

                         

16 maggio

1793: nascita di Barbara Pedemonte.

 

17 maggio

1829: nascita di Maria Rosalia Crosa.

 

18 maggio

1831: nascita di Giovanni Sacco.

1863: nascita e morte di una bimba (l’atto di Battesimo, amministrato dalla levatrice Teresa Comotto non presenta il nome) figlia di Gio Batta Torre e Anna Pedemonte, entrambi contadini.

1904: morte di Angela Pedemonte (40 anni), figlia di Giuseppe e moglie di Lorenzo Pedemonte, due giorni dopo aver dato alla luce Angela, sua settima figlia.       

                                                         

19 maggio

1938: pagamento di 350 lire al predicatore della Quaresima.

 

20 maggio

1768: nascita di Pasquale Grone.

1838: morte di Michele Comotto (6 giorni), figlio di Sebastiano e Teresa Lombardo.

1847: nascita di Gio’ Batta Giovanni Cereseto.

1894: morte di Giovanni Battista Masnata (8 anni) di Antonio.        

 

 

21 maggio

1795: nascita di Barbara Caterina Pedemonte

1843: nascita e morte di un/a bimbo/a (l’atto di Battesimo, amministrato dalla levatrice, non specifica il genere) figlio/a di Giovanni Travi, vetturale, ed Angela Lavagetto.

 

22 maggio

1672: nascita di Giovanni Stefano Pedemonte.

 

23 maggio

1869: acquisto di una cornice dorata al quadro di S. Bartolomeo.

1900: morte di Mosè Pedemonte (8 giorni), figlio di Giovanni Battista e Virginia Pedemonte, gemello di Samuele, destinato a morire il giorno dopo.

1902: morte di Giuseppe Nicola Frixione (13 giorni), figlio di Carlo.

 

24 maggio

1820: matrimonio tra Gio’ Batta Carena e Maria Teresa Comotto.

1843: morte di Angelo Giacomo Pedemonte (1 anno e 8 mesi), figlio di Giacomo, vetturale, e Argentina Meirana.

1900: morte di Samuele Pedemonte (9 giorni), figlio di Giovanni Battista e Virginia Pedemonte, gemello di Mosè, morto il giorno prima.

 

 

 

25 maggio

1824: nascita di Giovanni Ronco.

 

 

26 maggio

1892: morte di Luigi Bribò (un anno), figlio di Giuseppe e Maria Bignone.                        

1902: morte di Giuseppa Ghiglino (22 anni), figlia di Giuseppe.

1904: pagamento per lavori di marmo.

 

27 maggio

1886: nascita di Rodolfo Colombo Cereseto

1903: morte di Giacomo Pedemonte (12 anni), figlio di Luigi e di Geronima Brassesco.    

          

28 maggio

1883: morte di Clotilde Pedemonte (11 giorni), figlia di Francesco e Maria Noli.                

1888: morte di Caterina Rombo (47 anni), figlia del fu Francesco.                        

1892: consegna di una lapide da parte dello “stabilimento di ardesie e marmi dei fratelli Repetto fu Giuseppe di Lavagna”.

 

29 maggio

1856: nascita di Antonio Comotto.

 

 

30 maggio

1920: trasporto dello stendardo della congregazione delle figlie di Maria al Santuario della Vittoria.

 

31 maggio

1896: acquisto di 6 “illuminazioni barocche”.

 

 

 

 

Giugno

 

 

 

1 giugno

1807: l’orefice Ambrogio Figari procede all’indoratura di un calice.

1874: dono di 55 lire alla Parrocchia da parte degli sparatori dei mortaretti.

 

2 giugno

1773: matrimonio tra Francesco Badino e Caterina Pedemonte.

 

3 giugno

1788: nascita di Angela Oliva.

1894: morte di Luigi Felice Cassissa (5 anni), figlio di Costantino.     

 

4 giugno

1893: lavori di “pittura d’ornato” eseguiti dal pittore Federico Gavazzo.

1899: morte di Antonio Carmelo Rossella (6 giorni), figlio di Stanislao.  

1901: morte di Luisa Ronco (8 anni e 11 mesi), figlia di Giovanni.

 

5 giugno

1873: corresponsione di 7 lire al predicatore per la festa di S. Antonio da Padova.

 

6 giugno

1873: entrata di lire 7,20 per le candele distribuite alla processione del Corpus Domini.

 

7 giugno

1868: corresponsione di 16,80 lire ad Angelo Casanova per l’acquisto di “due some di calcina, mattoni e chiapelle” per la cucina della canonica.

 

8 giugno

1800: nascita di Antonio Comotto.

 

9 giugno

1901: pagamento al pittore Raffaele Besio per “lavori in affresco” nella chiesa parrocchiale.

 

10 giugno

1569: matrimonio tra Bartolomeo Comotto e Caterinetta Pedemonte.

1882: morte di Rachele Roncallo (circa 2 anni), figlia di Giovanni Battista e Rosa Frixione.      

 

 

11 giugno

1755: nascita di Teresa Travi.

1897: morte di Giovanna Maria Rossella (un mese), figlia di Stanislao e gemella di Maria Elisa, destinata a morire due giorni dopo.

 

12 giugno

1900: acquisto di candele.

 

13 giugno

1872: corresponsione di un onorario di 6 lire al panegirista nella funzione di Sant’Antonio da Padova.

1897: morte di Maria Elisa Rossella (un mese e 2 giorni), figlia di Stanislao e gemella di Giovanna Maria, morta due giorni prima.                  

1902: morte di Filomena Torazza (21 anni), figlia di Giovanni.        

 

 

14 giugno

1876: nascita di Francesco Pedemonte.

 

15 giugno

1865: entrata di 21 lire per candele prestate nella processione del Corpus Domini.

 

16 giugno

1874: ricevimento da Francesco Comotto di una pigione del ricettacolo in San Rocco (9 lire).

 

17 giugno

1872: acquisto di mezzo sacco di segatura da Giovanni Parodi.

1898: morte di Angelo Rossella (28 giorni), figlio di Stanislao.         

               

18 giugno

1870: effettuazione di “ristori” (restauri) ai tetti della chiesa, della canonica, dell’oratorio, della dottrina ed anche della casa dei preti con contestuale pagamento dei lavoratori.

1894: morte di Romolo Francesco Giuseppe Musso (2 mesi), figlio di Alfredo.

 

19 giugno

1791: nascita di Maria Rosa Ronco.

 

20 giugno

1873: entrata di 2 lire per cessione di uno scalino al muratore Francesco Comotto

1886: morte di David Noli (neonato), figlio di Luigi e Teresa Roncallo.

 

21 giugno

1778: matrimonio tra Biagio Porcile e Anna Maria Cambiaso.

1897: morte di Eduardo Luigi Parodi (3 mesi), figlio di Carlo e Luisa Gallino.                  

1902: morte di Sabina Gallino (7 giorni), figlia di Luigi.              

                                    

22 giugno

1883: morte di Giuseppa Teresa Pedemonte (2 anni), figlia di Luigi e Geronima Bracesco.        

1893: restauro di quadri.

 

 

23 giugno

1812: nascita di Margherita Pedemonte.

 

24 giugno

1778: nascita di Giovanni Battista Comotto.

1871: ricevimento di un compenso di 2 lire per la cera usata nella cappelletta Croce di Vie.

 

25 giugno

1816: nascita di Giovanni Corte.

1909: morte di Giuseppe Cerutti (un giorno), figlio di Rodolfo e Maria Luisa Medicina.      

          

26 giugno

1919: viaggio a Genova della Congregazione delle figlie di Maria.

 

27 giugno

1688: nascita di Angelo Pietro Pedemonte.

1855: morte, subito dopo la nascita, di una bimba (l’atto di Battesimo, amministrato dalla levatrice Margherita Pedemonte, non presenta il nome) figlia di Angelo Casanova, contadino, e Celeste Pedemonte, sarta.

 

28 giugno

1932: pagamento di 200 lire per “lampadine sepolcro festa Annunziata e Sant’Antonio”.

 

29 giugno

1901: pagamento di giornate di lavoro a muratori e manovali.

 

30 giugno

1817: matrimonio tra Geronimo Casarino e Teresa Oliva.

 

 

 

 

 

 

 

 

Luglio

 

 

1 luglio

1889: matrimonio tra Luigi Comotto e Anna Pedemonte.

 

2 luglio

1871: consegna delle offerte raccolte dai fabbricieri per la funzione del Carmine.

 

3 luglio

1599: matrimonio tra Andrea Comotto e Angeletta Ronco.

 

4 luglio

1869: raccolta di Lire 48,55 per la funzione del Carmine.

1869: grano venduto all’incanto a Rocco Pedemonte.

 

5 luglio

1874: entrata di 30 lire derivante dalla “limosina” (elemosina) del grano.

 

6 luglio

1899: matrimonio tra Luigi Cambiaso e Santa Caterina Ronco.

 

7 luglio

1901: indoratura del cornicione della navata centrale della chiesa parrocchiale.

 

8 luglio

1865: nascita di Anna Pedemonte.

 

9 luglio

1825: nascita di Giacomo Carbone.

1895: morte del sacerdote Giovanni Battista Boraggini, arciprete della chiesa Santa Maria Assunta di Rivarolo Ligure.

 

10 luglio

1808: riparazione della croce del campanile della chiesa parrocchiale.

 

11 luglio

1845: nascita di Gio’ Batta Pedemonte.

 

12 luglio

1901: pagamento alla ditta G.B. Zambelli per fornitura di candele.

 

13 luglio

1821: nascita di Maria Oliva.

 

14 luglio

1792: nascita di Maria Geronima Pedemonte.

 

15 luglio

1854: nascita di Angelo Davide Cereseto.

 

16 luglio

1933: la banda di Certosa suona alla festa del Carmine.

 

17 luglio

1827: matrimonio tra Illuminato Comotto e Maria Cereseto.

1853: corresponsione di 100 lire per la Messa del Carmine.

 

18 luglio

1902: morte di Paola Pedemonte (80 anni), figlia di Andrea.

1937: pagamento di 83 lire per bibite durante la processione.

1937: pagamento di 350 lire per banda di Valleregia.

 

19 luglio

1895: acquisto di due lampadi cesellati stile barocco di metallo argentato.

 

20 luglio

1710: nascita di Anna Maria Pedemonte.

1848: nascita di Maria Argentina Comotto.

 

 

21 luglio

1874: corresponsione di un compenso di 10 lire al predicatore per la festa del Carmine.

 

22 luglio

1600: matrimonio tra Andrea Ronco e Giulia Pedemonte.

 

23 luglio

1893: pagamento di un acconto a “Luigi Carpi – indoratore in mobili di lusso stucchi ed arredi di chiesa” per lavori eseguiti all’altare di Nostra Signora del Rosario nella chiesa parrocchiale.

1900: morte di Anna Ronco (5 anni e 8 mesi), figlia di Giuseppe.

 

24 luglio

1771: matrimonio tra Gaetano Pedemonte e Barbara Pedemonte.

 

25 luglio

1901: acquisti presso “Domenico Navarina – vetri cristalli e specchi”.

 

26 luglio

1789: nascita di Maria Sabina Frexone.

 

27 luglio

1830: nascita di Giuseppe Campi.

 

28 luglio

1850: pagamento al muratore Pratolungo di Genova per le spese ed il disturbo di un pavimento che si voleva fare.

1900: morte di Petrina Pedemonte (19 giorni), figlia di Sebastiano.

1901: morte di Anna Maria Comotto (un anno e 7 mesi), figlia di Giovanni Battista.

 

29 luglio

1853: acquisto di ostie per lire 8,18.

1901: morte di Giuseppa Cereseto (11 anni), figlia di Angelo. 

 

30 luglio

1931: riparazione del tetto della chiesa.

 

31 luglio

1894: lavori di indoratura sull’altare di Nostro Signore Gesù Cristo nella chiesa parrocchiale.

1898: morte di Maria Magnanego (5 mesi), figlia di Giuseppe.

1909: morte di Luigi Morando (7 mesi), figlio di Matteo e Emilia Picollo.

 

 

 

 

Agosto

 

 

1 agosto

1854: matrimonio tra Bernardo Ratto e Giovanna Corte.

 

2 agosto

1910: acquisto di nastro bianco per lo stendardo della Congregazione delle Figlie di Maria.

 

3 agosto

1837: nascita di Rosa Richino.

 

4 agosto

1908: pagamento a Luigi Picasso di 550 lire come rata per le campane di San Rocco.

1920: fornitura di materiale e manodopera da parte di “Terrile Antonio cesellatore”.

 

5 agosto

1909: riparazione dello scaffale della sacrestia di San Rocco.

 

6 agosto

1907: morte di Angela Pozzuolo (7 anni), figlia di Luigi.

1936: raccolte lire 653,70 per la festa del Carmine e 817,35 per la festa di San Rocco.

 

7 agosto

1768: matrimonio tra G. B. Ricchino e Rosa Comotto

1797: l’architetto genovese Gaetano Cantoni, chiamato dal parroco Giacomo Pedemonte, redige una perizia “per l’accomodo della chiesa”.          

1909: morte, all’età di un anno e quattro mesi, di Mario Luigi Frixione, ottavo figlio di Agostino e Virginia Pedemonte.

1934: raccolta di 934,65 lire per la festa del Carmine.

 

8 agosto

1903: acquisto di blocchetti di numeri per lotterie.

 

9 agosto

1859: nascita di Lorenzo Pedemonte.

 

10 agosto

1774: nascita di Rosa Travi.

1908: morte di Mario Guinazzi (4 mesi), figlio di Francesco e Clementina Pedemonte.

 

11 agosto

1894: sistemazione delle vetrate di San Rocco.

 

12 agosto

1926: riparazione dell’orologio del campanile della chiesa parrocchiale.

 

13 agosto

1808: acquisto di quattro candelieri di “legno inargentati”.

 

14 agosto

1854: acquisto di corda per “la campana grossa” della chiesa parrocchiale

1908: morte di Vittorio Angelo Marzi (un anno), figlio di Saverio e Fortunata Gallino.

 

15 agosto

1807: acquisto della polvere per lo sparo dei mortaretti alla vigilia di San Rocco.

 

16 agosto

1932: pagamento di 500 lire per la banda musicale per la festa di San Rocco.

 

17 agosto

1781: nascita di Rocco Pedemonte.

 

18 agosto

1873: entrata di 84,32 lire per raccolta del grano in denari quartiere chiesa (inoltre entrata di 36,56 lire per raccolta nei quartieri Casale e Pernecco).

1904: morte di Giovanni Battista Torre (un anno), figlio di Giuseppe e di Luisa Ghilione.     

           

19 agosto

1818: nascita di Francesco Comotto.

1905: morte di Giovanni Noli (10 anni), figlio di Luigi.

 

20 agosto

1778: nascita di Giuseppe Pedemonte.

 

21 agosto

1777: nascita di Giuseppe Travi.

 

22 agosto

1905: morte di Maria Luisa Cereseto (4 anni), figlia di Angelo.

1928: acquisto di 4 vetri nuovi per San Rocco.

 

23 agosto

1740: morte di Maddalena Pedemonte (80 anni).

1867: nascita di Rosa Maria Paola Petronio.

 

24 agosto

1927: pagamento di 1320,60 lire alla ditta Cassassa per addobbi e luminarie per la festa di San Rocco.

 

25 agosto

1930: riparazione del crocifisso dell’altare della chiesa parrocchiale.

 

26 agosto

1876: nascita di Giuseppe Ratto

1909: morte di Maria Lavagetto (un mese), figlia di Giuseppe e Teresa Poirè.

 

27 agosto

1903: spedizione alla stazione di Bolzaneto di materiale da parte dei “Fratelli Repetto marmi e ardesie” di Lavagna.

 

28 agosto

1872: pagamento di tasse e sovrimposte (per lire 16,86) per fabbricati e terreni.

1907: morte di Marcellina Porcile (poco dopo la nascita), figlia di Luigi.

 

29 agosto

1791: nascita di Giovanni Giacomo Pedemonte.

 

30 agosto

1821: nascita di Angelo Porcile.

 

31 agosto

1795: nascita di Natale Pedemonte.

1928: fornitura di materiale vario per la cappella di San Rocco da parte della ditta “Pedemonte Luigi” di Pontedecimo.

 

 

 

 

Settembre

 

 

1 settembre

1600: matrimonio tra Luca Sobrero e Angelica Pedemonte.

 

2 settembre

1901: morte di Ernesto Rossella (2 mesi), figlio di Stanislao.

1903: morte di Giulio Pedemonte (8 mesi), figlio di Agostino e della fu Maria Patrizio.

1903: preventivo dei fratelli Repetto di Lavagna “marmi e ardesie” per un altare dedicato a sant’ Antonio.

 

3 settembre

1601: matrimonio tra Antonio Boccardo e Caterina Campi.

 

4 settembre

1871: ricevimento di Lire 64,80 per il grano venduto all’incanto ad Andrea Pedemonte

1908: morte di Luigi Carozzino (8 mesi), figlio di Antonio e della fu Ines Maggi.

 

5 settembre

1901: morte di Caterina Repetto (1 anno), figlia di Gioacchino.                                        

1927: acquisto di vino presso l’”Antica trattoria del Gelsomino”.

 

6 settembre

1871: ricevimento di 12 lire da parte di Antonio Pedemonte per la pigione, relativo all’anno 1870, del bosco Balansella (pigione condonata della metà “pel danno dato dalla grandine”).

 

7 settembre

1752: nascita di G.B. Travi.

 

8 settembre

1821: nascita di Francesco Pedemonte.

 

9 settembre

1674: nascita di Stefano Pedemonte.

 

10 settembre

1887: matrimonio tra Francesco Grasso e Virginia Lavagetto.

1889: morte di Virginio Pedemonte (11 mesi), figlio di Sebastiano e Teresa Favareto.

1897: morte di Cristina Pedemonte (4 anni), figlia di Giovanni Battista e Virginia Pedemonte.        

 

    

11 settembre

1874: corresponsione di un compenso all’orefice Bancalari per i nuovi turibolo e navicella.

 

12 settembre

1772: nascita di Cipriano Travi.

 

13 settembre

1842: nascita e morte di una bimba (l’atto di Battesimo, amministrato dalla levatrice Margherita Pedemonte, non presenta il nome) figlia di Gio Batta Campi, contadino, e Teresa Ronco.

1894: consegna dell’altare per la chiesa parrocchiale da parte dello “Stabilimento di ardesia e marmi dei Fratelli Repetto di Lavagna”.

 

14 settembre

1903: offerta di 14 lire per la “fiera di beneficenza”.

 

15 settembre

1794: nascita di Teresa Pedemonte.

 

16 settembre

1806: nascita di Maria Teresa Pedemonte.

 

17 settembre

1900: acquisto di ardesie.

 

18 settembre

1895: pagamento per vari lavori ai fratelli Repetto di Lavagnastabilimento di ardesie e marmi”.

 

19 settembre

1813: nascita di Cesare Comotto.

1879: morte di Luisa Pedemonte (7 anni), figlia di Francesco e Rosa Pedemonte.

 

20 settembre

1767: matrimonio tra Giovanni Battista Pedemonte e Teresa Grone.

1889: morte di Nicoletta Passano (36 anni), figlia di Pietro e Rosa Comotto.

 

21 settembre

1938: secondo giorno del pellegrinaggio al Santuario di Oropa.

 

22 settembre

1872: raccolta di uva.

 

23 settembre

1906: pagamento a Luigi Picasso di 1000 lire come rata per le campane di San Rocco.

 

24 settembre

1853: matrimonio tra Luigi Rossi e Teresa Ronco.

 

25 settembre

1836: nascita di Giovanni Frixone.

1897: morte di Francesco Casanova (74 anni), figlio di Tomaso.        

                        

26 settembre

1828: nascita di Giovanni Campi.

1900: morte di Teresa Frixione (68 anni), figlia di Agostino.        

 

27 settembre

1828: nascita di Maria Teresa Comotto.

 

28 settembre

1867: entrata di 182,5 lire per “fitto sedie a tutto detto giorno” .

1892: morte di Antonio Pietro Frixione (14 giorni), figlio di Carlo.             

       

29 settembre

1747: nascita di Michele Pedemonte, figlio di Pietro Paolo.

1895: lavori di stucco e pittura nella cappella di N. S. Signora del Carmine.

 

30 settembre

1864: nascita di Cecilia Pedemonte.

1900: morte di Caterina Parodi (63 anni), figlia di Luigi.

 

 

 

 

 

 

Ottobre

 

 

1  ottobre

1895: morte di Emilia Comotto (5 anni e 8 mesi), figlia di Luigi e Anna Pedemonte.

1930: pagamento di 105 lire alla ditta Casazza per lampadine.

 

2  ottobre

1870: ricevimento di una quota del grano venduto all’incanto a Giovanni Poggi.

 

3 ottobre

1883: morte di David Natale Ghiglino (6 giorni), figlio di Stefano e Maria Cambiaso.

1892: lavori di pittura nella volta della chiesa parrocchiale.           

  

4  ottobre

1871: “Fatta tingere in nero una pianeta verde superflua”

1907: morte di Caterina Passano (17 anni) figlia di Edoardo e Teresa Ronco.   

                  

5  ottobre

1873: ricevimento di una quota sulla “limosina delle castagne in denari 15”.

 

6  ottobre

1717: nascita di Simone Pedemonte.

 

7  ottobre

1870: corresponsione di 36 lire a Gio’ Batta Ricchino per l’acquisto di due dozzine di sedie.

 

8  ottobre

1905: pagamento a Luigi Picasso di una rata di 1000 lire “sulle campane fuse per la cappella di San Rocco”.

 

9  ottobre

1792: nascita di Teresa Oliva.

1891: morte di Modesta Porcile (9 anni), figlia di Nicola e Luisa Meriana.   

               

10  ottobre

1869: entrata di 3 lire ricavata dalla vendita all’incanto di due polli.

 

11  ottobre

1820: nascita di Rosa Passano.

 

12  ottobre

1794: nascita di Caterina Pedemonte.

1889: morte di Antonio Parodi (11 mesi), figlio di Giovanni Battista e Angela Bribò.            

1892: morte di Giovanni Battista Lavagetto (1 anno), figlio di Giovanni.   

                                   

13  ottobre

1872: entrata di lire 2,25 per gallo venduto all’incanto.

1890: morte di Gioliva Banchero (11 mesi), figlia di Agostino e Rosa Fresia.

 

 

14  ottobre

1659: nascita di Angelica Comotto.

1754: nascita di Angela Maria Comotto.

1795: nascita di Giovanni Pedemonte.

 

15  ottobre

1780: nascita di Giovanni Giuseppe Pedemonte.

1995: Peregrinazione delle reliquie di San Rocco nel Santuario di Pedemonte. Mons. Luigi Noli celebra la messa delle ore 18 con un’omelia che ha come tema “San Rocco che dice che cosa ha fatto del suo corpo”.

 

16  ottobre

1909: pagamento a Luigi Picasso di 400 lire come rata per le campane di San Rocco.

 

17  ottobre

1825: nascita di Maria Campi.

1884: morte di Ambrogio Campora (neonato), figlio di Francesco e Vittoria Ronco.        

      

18  ottobre

1868: vendita di castagne all’incanto.

1904: morte di Lorenzo Ghiglino (26 anni), figlio del fu Antonio e di Luisa Torre.         

         

19  ottobre

1853: nascita di Francesco Cassissia.

1893: morte di Michele Mario Musso (3 anni), figlio di Antonio e Sabina Rossi.

 

20  ottobre

1930: acconto per l’acquisto di un aspirapolvere.

 

21  ottobre

1855: nascita di Giuseppe Bribò.

 

22  ottobre

1671: nascita di Giovanni Battista Pedemonte.

 

23  ottobre

1895: pagamento a Federico Gavazzo per lavori alla cappella di N.S. del Carmine.

 

24  ottobre

1769: matrimonio tra Giacomo Mignanego e Maria Isabella Canepa.

1785: nascita di Maria Teresa Badino.

1873: dono di pia persona (per lire 4,30).

1883: morte di Teresa Morgavi (2 anni), figlia di Giovanni Battista e Anna Agosti.          

1987: morte di Don Giacomo Vigo, parroco di Pedemonte per 37 anni.

 

25  ottobre

1820: nascita di Rosa Lagorio.

 

26  ottobre

1871: nascita di Andrea Sacco.

 

27  ottobre

1894: matrimonio tra Francesco Stefano Parodi e Maria Celeste Dellepiane.

1900: l’ingegner Lodovico Massucco, fornisce un preventivo per eventuali lavori alla chiesa parrocchiale.

 

28  ottobre

1725: nascita di Giovanni Travi.

2007: intitolazione del ponte di San Rocco a Don Giacomo Vigo.

 

29  ottobre

1812: nascita di Emilia Cereseto.

 

 

30  ottobre

1676: nascita di Giovanni Maria Pedemonte.

1894: morte di Vincenza Noli (75 anni), figlia di Giacomo.

 

31 ottobre

1788: nascita di Maria Teresa Pedemonte.

1921: bolletta dei “Fratelli Badino & C. – distribuzione energia elettrica” per un ammontare di £ 71,20.

 

 

 

 

 

 

 

Novembre

 

 

1 novembre

1849: nascita di Gaetano Pedemonte.

1888: nascita di Luigi Giovanni Carozzino.

 

2 novembre

1870: “pagate 51 lire al ferraio Giovanni Roncallo per ferri e lavori”.

 

3 novembre

1680: nascita di Angela Maria Frisione.

 

4 novembre

1794: nascita di Angelo Passano.

 

5 novembre

1892: restauro della balaustra della chiesa parrocchiale.

1902: morte di Giuseppa Berri (8 anni), figlia di Giulio.         

                

6 novembre

1713: nascita di Maria Caterina Pedemonte.

 

7 novembre

1681: nascita di Maria Geronima Pedemonte.

 

8 novembre

1667: nascita di Bernardo Grone.

1897: morte di Rosa Pedemonte (7 mesi), figlia di Angelo.     

 

9 novembre

1810: nascita di Francesco Pedemonte.

 

10 novembre

1679: nascita di Anna Pedemonte.

 

11 novembre

1844: nascita di Martino Bartolomeo Frixone.

 

12 novembre

1865: ricevimento di 65 lire ricavato dalla questua delle castagne.

 

13 novembre

1869: pagamento di 4,45 lire per il trasporto dell’orologio da Bolzaneto a Recco in via ferrata.

 

 

14 novembre

1868: acquisto di olio per le campane (lire 1).

 

15 novembre

1870: nascita di Angelo Carlini.

 

16 novembre

1817: consegna di una porta nuova per la casa del curato.

 

17 novembre

1883: nascita di Giovanni Battista Carozzino.

 

18 novembre

1768: nascita di Maria Travi.

 

19 novembre

1836: nascita di Gio’ Batta Corte.

 

20 novembre

1795: nascita di Maria Lavagetto.

1882: morte di Giuseppe Carozzino (un anno), figlio di Giuseppe e Rosa Torre.    

1885: morte di Giuseppe Lavagetto (neonato), figlio di Giovanni e Maria Travi.    

 

 

21 novembre

1661: nascita di Giulia Comotto.

 

22 novembre

1807: acquisto di 27 libbre di cera sopraffina.

1893: morte di Luigi Ernesto Passano (8 anni), figlio di Angelo e della fu Maria Pedemonte.        

  

23 novembre

1670: nascita di Stefano Pedemonte.

1897: morte di Teresa Gallino (74 anni), figlia di Giuseppe.       

                                     

24 novembre

1787: nascita di Caterina Lagorio.

1892: morte di Bartolomeo Vaucheri (88 anni).

 

25 novembre

1795: nascita di Rosa Frexone.

1892: morte di Giovanni Battista Marini (un anno), figlio di Angelo.

1908: morte di Angelo Ronco (6 mesi), figlio di Giuseppe.

 

26 novembre

1863: nascita di Maria Celeste Ronco.

 

27 novembre

1767: pagamento di 100 lire a Felice Piccaluga (figlio di Filippo) per l’acquisto dell’organo della Chiesa parrocchiale.

 

28 novembre

1682: nascita di Giovanni Andrea Frisione.

1882: morte di Teresa Richino (23 anni), figlia di Giovanni Battista e Caterina Pedemonte.

1888: morte di Antonio Pedemonte (40 giorni), figlio di Stefano e Maria Passano.

 

29 novembre

1828: nascita di Paolo Andrea Frixone.

 

30 novembre

1677: nascita di Giovanni Andrea Pedemonte.

 

 

 

 

 

 

Dicembre

 

 

1 dicembre

1678: nascita di Maria Frisione

1890: morte di Mario Domenico Pedemonte (8 giorni), figlio di Angelo Pedemonte e Dionisia Frixione.

 

2 dicembre

1822: nascita di Benedetto Lavagetto.

 

3 dicembre

1932: pagamento di 16 lire per il servizio di guardia notturna.

 

4 dicembre

1684: nascita di Giovanni Andrea Pedemonte.

 

5 dicembre

1872: nascita e morte di un bimbo (l’atto di Battesimo, amministrato dalla levatrice non presenta il nome) figlio di Gerolamo Tassistro (fu Stefano) e Rosa Cassissa (fu Angelo).

1888: morte di Luisa Ghiglino (14 anni), figlia di Stefano e Maria Cambiaso.

1907: morte di Pietro Sciamanna (6 mesi), figlio di Raimondo.

1903: morte di Giuseppe Lancellotti (5 mesi), figlio di Germano e della fu Concetta Turriani.    

1928: riparazione della porta della cantina.

 

6 dicembre

1791: nascita di Caterina Pedemonte.

1900: morte di Teresa Angela Facco (2 mesi), figlia di Giovanni Battista.

 

 

7 dicembre

1662: nascita di Santino Pedemonte.

 

 

 

8 dicembre

1675: nascita di Tomaso Pedemonte.

 

9 dicembre

1665: nascita di Ambrogio Pedemonte.

1907: morte di Maria Teresa Pedemonte (un giorno), figlia di Pietro.

 

10 dicembre

1668: nascita di Barbara Pedemonte.

 

11 dicembre

1884: morte di Rosa Pedemonte (neonata), figlia di Antonio e Teresa Pedemonte.

1928: pagamento al muratore Saverio Mazzi per manodopera e materiale.

 

12 dicembre

1685: nascita di Giovanni Maria Pedemonte.

 

13 dicembre

1664: nascita di Anna Maria Lavagetto.

1889: morte di Francesco Pedemonte (un anno e mezzo), figlio di Natale e Rosa Semino.            

 

 

14 dicembre

1861: nascita di Giovanna Torre.

1929: bolletta dell’”Esattoria consorziale di Bolzaneto” relativa all’”Imposta Fabbricati”.

 

15 dicembre

1687: nascita di Giovanni Tomaso Grone.

1881: morte di Francesco Carlini (circa 3 anni), figlio di Luigi e Rosa Passano.  

 

 

16 dicembre

1924: acquisto di cerini per accendere le candele.

 

17 dicembre

1840: nascita di Angelo Giuseppe Pastorino.

1888: morte del sacerdote Domenico Pedemonte (75 anni), figlio di Giuseppe e Francesca Lagorio.      

1908: morte di Maria Cassissa (5 anni), figlia di Antonio.    

 

 

18 dicembre

1683: nascita di Michele Angelo Corte.

 

 

19 dicembre

1673: nascita di Tomaso Grone.

1901: morte di Domenico Giovanni Roncallo (15 anni), figlio di Giovanni Battista.

1909: morte di Giovanni Battista Risso (un’ora), figlio di Tomaso e Luisa Marini.

 

20 dicembre

1849: nascita di Rosa Cristina Travi.

1909: morte di Maria Pedemonte (18 anni), figlia di Antonio e Teresa Pedemonte.

 

 

21 dicembre

1669: nascita di Anna Comotto.

 

22 dicembre

1660: nascita di Angelica Grone.

 

23 dicembre

1890: morte di Maria Pia Setti (10 giorni), figlia di Gaetano e Fany Sobrero.

1905: morte di Armando Roncallo (22 mesi), figlio di Settimio e Rosa Parodi.

1931: riparazione del tetto della Chiesa.

 

24 dicembre

1840: nascita di Natalina Maria Pedemonte.

 

25 dicembre

1850: nascita di Maria Natalia Fassio.

 

26 dicembre

1686: nascita di Stefano Pedemonte.

 

27 dicembre

1666: nascita di Giovanni Agostino Pedemonte.

 

28 dicembre

1838: nascita di Rosa Morasso.

1898: morte di Luisa Magnanego (23 anni), figlia di Giuseppe.

1913: acquisto di biscotti del Lagaccio e anicini presso la Pasticceria Traverso di Bolzaneto.

 

29 dicembre

1900: acquisto di legname presso la ditta “Antonio Barabino & figli”.

 

30 dicembre

1663: nascita di Felice Pedemonte.

1906: morte di Geronima Roncallo (18 anni), figlia di Giovanni e Teresa Ronco.

 

31 dicembre

1935: riparazione dell’orologio in sacrestia e acquisto di biscotti e vino per fine anno.

 

 

 

 

 

 Pedemonte di Serra Riccò (Genova) - Risseu presso il Santuario di San Rocco

 

 

 

Tracce di Pedemonte

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 7 settembre 2023

Fornitori della parrocchia

 

Tracce di Pedemonte

 

 

 

 

FORNITORI DELLA PARROCCHIA

 

Tra le carte dell’archivio della Santissima Annunziata di Pedemonte di Serra Riccò (Genova) sono conservate alcune ricevute di pagamenti effettuati relative al periodo 1890 - 1950.

Tale documentazione permette di conoscere realtà commerciali non solo della zona di Pedemonte ma anche di Genova e di altre località.

Quasi ogni esercizio aveva la propria carta intestata: a volte essenziale con i soli recapiti, a volte ricca di rifermenti ai prodotti trattati e prestigiosi riconoscimenti….

 

 

 

 

 

 

 

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(Su questa attività si veda: G. Torre, Archivi d’impresa a Genova, Editoriale Documenta, Cardeghe 2015, pp. 222-223)

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(Su questa attività si veda: G. Bevegni – C. Bozzano, Una corriera per Pedemonte, Nuova Editrice Genovese, Genova 2012, pp. 47-57)

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Negozio di Bisotteria d’Oro

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Tracce di Pedemonte

Rintocchi di carta

 

Tracce di Pedemonte

 

 

 

RINTOCCHI DI CARTA

 

 

 

Tracce di campane nell’archivio parrocchiale di Pedemonte di Serra Riccò (Genova)

 

“La voce delle campane è una presenza cara che, da tempo immemorabile, accompagna la vita delle persone e il cammino delle comunità scandendone i momenti più significativi.”1

“Per secoli, quando il campanile era l’unico mezzo di comunicazione, la voce delle campane ha regolato la vita sociale e ha sviluppato un vero linguaggio in codice, capace di comunicare alla comunità ogni evento che la riguardava.”2

“In tempi in cui non esistevano mezzi di comunicazione di massa, le campane svolgevano il ruolo di orologio dell’intera collettività, di richiamo per gli appuntamenti cittadini e di “radio” locale mediante linguaggio in codice musicale, non di rado specifico delle singole comunità.”3

Così avveniva anche nella Pedemonte dell’Ottocento e di inizio Novecento: il suono dei tre “Angelus” giornalieri, oltre ad invitare la popolazione alla preghiera, segnava per gli abitanti al mattino presto il momento del risveglio o dell’inizio delle attività agricole, artigianali o domestiche, a mezzogiorno quello della pausa, alla sera quello del rientro a casa o del termine del lavoro dopo una dura giornata.

Le campane suonavano inoltre in ben precisi momenti della settimana: ogni venerdì pomeriggio alle tre rievocavano la morte di Gesù in Croce (come attesta chiaramente un documento del 1854 dell’Archivio Parrocchiale di Pedemonte) e ogni domenica mattina, nonché nei giorni di festa, chiamavano a raccolta gli abitanti per la Santa Messa.

Ancora, le campane annunciavano alla popolazione importanti eventi quali nascite, battesimi, matrimoni, decessi, funerali, assolvendo così quella funzione di “radio” locale così ben illustrata nella citazione testé riportata.

Veramente si può dire che le campane accompagnavano, scandivano e segnavano i vari momenti della vita dei singoli abitanti e della intera comunità di Pedemonte dell’epoca.

 

 

1G. MERLATTI, Di bronzo e di cielo, Milano, 2009, p. 9

2G. MERLATTI, op. cit., p 59

3G. MERLATTI, op. cit., p. 63

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IL COMPENSO DEL CAMPANARO

                            

L’importanza delle campane a Pedemonte nel secolo XIX è attestata dai numerosi documenti dell’epoca ancora conservati nell’archivio parrocchiale, che ad esse fanno diretto o indiretto riferimento. Sono in particolare i libri dei conti della Parrocchia dell’epoca a rivelare le numerose spese sostenute al riguardo e quindi a dimostrare la cura che è stata sempre prestata per la gestione di tutto ciò che attiene alle campane.

Tra le uscite che compaiono nel libro dei conti del 1854 figura una spesa di Lire 7 e 10 centesimi “per fune corda per la campana grossa”. Tra quelle del 1869, l’acquisto di una fune per le campane, per un ammontare di 7 lire e 40 centesimi.

La materiale operazione di suonare le campane nei vari momenti della giornata e della settimana era infatti affidata ad una specifica figura, quale appunto il campanaro. L’attività era indubbiamente di un certo impegno in quanto richiedeva una costante presenza sul posto, in considerazione della molteplicità delle occasioni in cui le campane dovevano suonare. Legittimamente quindi era previsto un compenso per lo svolgimento di tale mansione.

Così fra le varie spese sostenute dalla Parrocchia nel 1808 risulta anche la corresponsione di una somma di 30 lire al campanaro Bartolomeo Frixone; esaminando ancora il libro dei conti del 1854, si rileva una spesa di 36 lire sostenuta per il compenso annuale versato al campanaro ancora di cognome Frixone (non si può escludere l’esistenza di una dinastia familiare di campanari), ma di nome proprio sconosciuto. A quest’ultimo era stato inoltre riconosciuto un supplemento di 2, 4 lire “per suonare i paternostri al venerdì”; proprio questo dato attesta l’usanza, cui è già stato fatto un cenno in precedenza, del suono delle campane ogni venerdì alle tre del pomeriggio, in commemorazione della morte di Gesù.

La figura del campanaro era chiaramente individuabile ancora nel 1890: dai libri dei conti relativi a tale anno risulta infatti la corresponsione al campanaro (qui non è specificata la sua identità) di un compenso di 100 lire.

 

 

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CAMPANE IN TRIBUNALE

 

Una fornitura di campane è stata al centro di una vertenza che ha visto coinvolta la Parrocchia di Pedemonte al punto da essere addirittura citata in giudizio davanti al Tribunale.

Vale davvero la pena ripercorrere, almeno a grandi linee, la curiosa vicenda.

Dunque, il giorno 11 agosto 1830 la Parrocchia di Nostra Signora di Pedemonte, in persona del Rettore Molto Reverendo Gaetano Castello, acquistava dai Fratelli Bozzoli, fonditori di metalli di Genova, tre campane nuove in bronzo, con tutti gli accessori come dadi di bronzo, battenti, ferri e ceppi; il materiale vario, con i relativi costi, è descritto dettagliatamente nel prospetto nel quale la Parrocchia si dichiarava espressamente debitrice delle spese ivi riportate, per un totale di Lire genovesi 3673,80, pari a Lire nuove di Piemonte 2938,721.

La Parrocchia si impegnava a pagare i fratelli Bozzoli in diverse rate; già in calce al prospetto datato 11 agosto 1830 vi è menzione di due pagamenti in contanti di 400 lire (genovesi) ciascuno, rispettivamente del 31 gennaio e del 16 dicembre 1833, che riducevano il debito a lire genovesi 2873,8: le relative ricevute sono ancora conservate negli archivi parrocchiali.

In una ricevuta di data anteriore a tali ricevute – 13 gennaio 1831 - i fratelli Bozzoli dichiaravano di avere ricevuto una paga acconto di Lire (genovesi) 500 per le “Campane di Bronzo, loro annessi”.

Sempre nel gennaio 1831, esattamente il giorno 17, il Rettore della Chiesa Parrocchiale Molto Reverendo Gaetano Castello, con i Massari della Chiesa (sulla loro funzione e qualità si avrà occasione di tornare fra breve), riconoscevano, con atto denominato “polizza di debito”, ai fratelli Bozzoli, fu Gio’ Batta, dedotto quanto già pagato in acconto, di essere creditori nei confronti di questi ultimi di “Lire nuove di Piemonte duemilanovecentotrentotto e centesimi settantadue”; essi si impegnavano a pagare il debito in rate annuali, “ciascuna delle quali non potrà essere minore di Lire nuove suddette 320, da pagarsi la prima alla fine dell’anno corrente e così le altre d’anno in anno”. Inoltre si obbligavano a pagare “all’epoca di ciascuna rata” l’interesse del cinque per cento all’anno (subito dopo, peraltro, era inserita una clausola secondo la quale gli interessi sarebbero stati pagati solo in caso di mancato pagamento della rata pattuita annuale).

Come si è già detto, risultano ancora le due ricevute di pagamento del 1833; in seguito la Parrocchia interrompeva i versamenti ai fratelli Bozzoli, come conferma una successiva dichiarazione del 1843 (sulla quale si avrà modo di tornare), a chiusura della vertenza.

Si arriva dunque al 1838, quando “nanti l’Illustrissimo Tribunale di Prefettura” tale Lorenzo Podestà, non in proprio ma nella qualità di “stralciario della cessata Ragione di Commercio sotto nome di Giuseppe e Giovanni Fratelli Bozzoli”, proponeva, in relazione alla fornitura di campane di bronzo, la causa contro “Li Signori: Reverendo Gaetano Castello Rettore della Parrocchia di Nostra Signora di Pedemonte e i suoi Massari, ed il Signor Antonio Tealdi, Sindaco del Comune di Serra”.

Si ritiene opportuno a questo punto formulare una breve disamina a proposito dei soggetti protagonisti della causa.

Si è appena visto che il ricorrente Lorenzo Podestà agiva nella qualità di “stralciario”; si trattava di un soggetto, paragonabile all’odierno liquidatore, incaricato di regolare e definire i rapporti giuridici alla chiusura di esercizio di una società, di una ditta o di un ente; quale era appunto nella fattispecie la “cessata” Ragione di Commercio dei Fratelli Bozzoli (peraltro, l’espressione “Ragione di Commercio” oggi non è più in uso nel linguaggio del diritto commerciale).

Tra i compiti dello “stralciario” vi era senz’altro quello di recuperare i crediti vantati dall’ente commerciale e maturati durante gli anni di esercizio effettivo dell’attività, se del caso ricorrendo per le vie giudiziarie. Ed è proprio ciò che aveva fatto nella fattispecie il Signor Podestà, dopo avere consultato i libri ed i registri della cessata Ragione di Commercio, dai quali risultava sicuramente il parziale inadempimento nel pagamento della fornitura delle campane da parte della Chiesa di Pedemonte e quindi il credito vantato nei confronti di quest’ultima: ciò trova conferma nel fatto che fra i documenti prodotti in giudizio dal Podestà a sostegno della propria domanda vi era anche l’estratto di conto dei libri dell’ente.

Quanto ai soggetti convenuti in giudizio, è facilmente comprensibile il motivo della citazione del Rettore Molto Reverendo Gaetano Castello: egli impersonava la Chiesa parrocchiale, in termini simili, se non analoghi, a quanto avviene oggi con il Parroco, che riveste la carica di legale rappresentante della Parrocchia che amministra. Peraltro il Rettore Castello era stato chiamato anche “in nome proprio”, come disponeva il Tribunale nella citazione a giudizio del 1° febbraio 1938.

Oltre al Rettore, erano stati citati in giudizio anche i Massari e il Sindaco.

I Massari erano gli amministratori del patrimonio della Parrocchia e costituivano nel loro insieme la Masseria, ovvero l’organo preposto all’amministrazione del patrimonio della Parrocchia e alla gestione degli affari.

Massaro” era infatti il nome dato anticamente ad amministratori di vario genere2, compresi i Fabbricieri (del tutto analogamente, “Masseria” corrisponde a Fabbriceria: del resto, in alcuni documenti relativi alla presente vertenza si fa riferimento alla “Fabbriceria”; i due termini erano dunque usati sostanzialmente come sinonimi).

Il Sindaco era stato citato in giudizio non per tale specifica carica ma quale Massaro di diritto, come si evince inequivocabilmente dalla lettura di alcuni atti del procedimento giudiziario in oggetto.

A fondamento della propria “supplica” (così veniva definita la domanda proposta al Tribunale) il Signor Lorenzo Podestà deduceva il parziale inadempimento della Parrocchia rispetto agli impegni assunti nel contratto di vendita del 1830 e nella successiva polizza del 1831; rilevava che i Massari e il Rettore “pagarono alcuni acconti, rimanendo però reliquatari debitori di Lire 2637 (si intendono qui, come negli altri atti giudiziari, lire piemontesi: siamo nell’ambito delle forme solenni di una causa davanti al Tribunale e quindi negli atti si doveva evocare la moneta ufficiale del Regno) e che a nessun risultato avevano portato portavano le varie “sollecitazioni e premure” (assimilabili a quelle che oggi si possono definire diffide al pagamento, che spesso precedono la proposizione della causa giudiziaria).

Il Signor Podestà chiedeva quindi che il Tribunale disponesse la citazione in giudizio dei convenuti e che condannasse questi ultimi “a dover dare e pagare all’esponente in detta qualità la predetta residuale Somma di Lire nuove duemilaseicento trentasette e centesimi 16 assieme agli interessi decorsi, e decorrendi entro breve termine prefiggendo a pena di esenzione, ed alle spese del giudizio”.

Si instaurava così il procedimento giudiziario. Con decreto del 1° febbraio 1838, “Il Tribunale di Prefettura in Genova sedente, vista l’alligata Supplica” citava i convenuti e faceva notificare loro il provvedimento.

Pochi giorni dopo compariva nanti il Tribunale il Causidico (figura assimilabile a quella dell’odierno avvocato) G.B. Garibaldo, a nome del Sig. Lorenzo Podestà, il quale insisteva nelle proprie domande, riservandosi di più ampiamente argomentare, nonché di chiedere il risarcimento dei danni ed il pagamento delle spese di giudizio.

Come risulta dai documenti pervenuti, si rendeva necessaria un’ulteriore notifica al Sindaco del Comune Antonio Tealdi, nella sua qualità di “Massaro di diritto”; in questo senso provvedeva il Tribunale nel marzo 1838.

Non risultano altri documenti sulla causa posteriori; peraltro, già l’11 maggio 1838 il Rettore Gaetano Castello, forse perché preoccupato per l’avviata procedura giudiziaria, riprendeva i pagamenti relativi alla fornitura di campane.

Così dichiarava il Signor Lorenzo Podestà: “Io sottoscritto nella mia qualità di stralciario della cessata ragione di commercio Fratelli Bozzoli dichiaro di ricevere dal Reverendo Gaetano Castello Rettore e Membro della Fabbriceria della Chiesa Parrocchiale di N.S. di Pedemonte la somma di Lire di Genova abusive 1125 quali mi paga acconto e capitale ed interessi del debito delle campane provvistole dai fratelli Bozzoli come risulta da contratto e lettere citatore rilasciate dall’Illustrissimo Tribunale di Prefettura il 1° febbraio 1838”.

Lo stesso 11 maggio 1838 il Signor Podestà, nella qualità, presentava il conto onorari e spese occorse nella causa; ciò induce a ritenere la causa interrotta con la ripresa dei pagamenti da parte della chiesa parrocchiale.

Negli anni successivi seguivano altri pagamenti (sono conservate dichiarazioni di ricevute datate 22 febbraio 1839, 29 gennaio 1840, 15 giugno 1841, 4 gennaio 1842), sempre di 400 lire genovesi ciascuno (pari a Lire nuove di Piemonte 320, come è espressamente specificato nella ricevuta del 4 gennaio 1842).

Infine, il 26 gennaio 1843, il Signor Lorenzo Podestà scriveva quanto segue, in calce alla polizza di debito del 1831: “dichiaro io sottoscritto di ricevere dal Molto Reverendo Sig. Gaetano Castello Rettore della Parrocchiale Chiesa di Santa Maria di Pedemonte la somma di Lire nuove di Piemonte cento sessanta sei e centesimi quaranta quale mi paga cioè Lire nuove centodiciotto e centesimi quaranta in saldo del debito delle campane come da Polizza sopra descritta; e Lire nuove Quarant’otto, a saldo pure degli interessi per transazione dovuta dai circa due anni che non pagarono le rispettive rate pattuite cioè dal 1835 al 1838, e di questa totale somma ne quito3 al Predetto Signor Rettore e Massari su espressi”.

La vertenza trovava così finalmente la sua definizione, a distanza di ben tredici anni dalla stipulazione del contratto di fornitura delle campane.

Proprio il tenore dell’ultima dichiarazione di ricevuta del 1843 conferma il già rilevato mancato pagamento da parte della Parrocchia delle rate pattuite per diversi anni; evidentemente, solo l’instaurazione della causa da parte dello stralciario della cessata ragione commerciale Fratelli Bozzoli doveva avere indotto - per non dire costretto- la Parrocchia a corrispondere il debito residuo per la fornitura di campane.

Desta in effetti un certo stupore il fatto che per arrivare alla definizione della vertenza sia stato necessario addirittura interessare il Tribunale di Genova, in un’epoca in cui il ricorso alle vie legali non era certamente diffuso come oggi ed in un contesto prettamente rurale come ci appare l’ambiente di Pedemonte dell’epoca.

Dai documenti conservati nell’archivio parrocchiale non è possibile risalire con certezza ai motivi del persistente inadempimento della Chiesa Parrocchiale nei confronti dei fratelli Bozzoli: si può ipotizzare una precisa volontà magari per l’insorgere di contrasti o di screzi con questi ultimi, oppure una semplice trascuratezza di quanti erano preposti alla gestione degli affari; è anche perfettamente possibile l’esistenza di oggettive difficoltà economiche, in considerazione della generale scarsità di risorse nella Pedemonte dell’epoca (il paese era in effetti popolato in gran parte da persone povere e analfabete, dedite ai lavori nei campi) non poteva non coinvolgere anche la Chiesa Parrocchiale, in rapporto con il presumibile elevato costo delle campane fornite dai fratelli Bozzoli. A favore della plausibilità di quest’ultima ipotesi si pone il fatto che, come si è visto, la ripresa dei pagamenti dopo l’instaurazione della causa è avvenuta in diverse rate annuali, in assenza di contestazioni.

Al di là della conferma della rilevanza anche in termini economici delle campane nella comunità di Pedemonte, la vicenda è molto interessante ed istruttiva anche in un’ottica più generale perché offre uno squarcio sullo svolgimento dei rapporti commerciali e persino sul funzionamento della giustizia dell’epoca.

 

 

1 Quest’ultimo dato è molto interessante perché rivela la resistenza del territorio di Genova, nonostante la sua appartenenza al Regno di Sardegna, alla diffusione della “Lira nuova di Piemonte”, unità monetaria ufficiale dello stato sabaudo istituita dopo la Restaurazione post-napoleonica da Vittorio Emanuele I con le Regie Patenti del 6 agosto 1816. Nelle pratiche degli scambi commerciali in Genova e nel Genovesato dell’epoca, infatti, continuava a circolare l’antica lira della Repubblica di Genova, detta appunto lira genovese (o lira fuori banco di Genova), talvolta con alcune varianti (come la lira fuori banco abusiva, detta buona). Ciò avveniva anche successivamente ad un ulteriore provvedimento del Re Vittorio Emanuele I del 26 ottobre 1826, con il quale si proibiva l’uso di tutte queste lire usate nella pratica e si confermava la lira nuova di Piemonte come moneta ufficiale anche nel territorio del Genovesato. Malgrado l’espressa disposizione reale, la consuetudine di contare in lire genovesi sopravviveva ancora per molti anni, anche per le grandi quantità circolanti di monete genovesi d’antico conio che le Finanze non erano riuscite a ritirare; solo un fattivo intervento della Camera di Commercio di Genova nel 1846, su sollecitazione degli stessi commercianti, poneva fine alla contemporanea circolazione delle lire genovesi nelle due varianti descritte, delle monete d’oro ed anche della moneta legale in lire nuove di Piemonte: tale miscuglio di monete aveva infatti provocato un grave intralcio allo sviluppo commerciale.

Una lira genovese corrispondeva a 0,8 lire piemontesi: ciò si evince dal precedentemente citato atto di acquisto delle campane dell’11 agosto 1830 ed ancora più chiaramente da una successiva dichiarazione di ricevuta del 1842, nel quale si specificava che 400 lire genovesi equivalevano a 320 lire piemontesi.

(Bibliografia: G. FELLONI, Monete e zecche negli Stati Sabaudi dal 1816 al 1860, in Scritti di Storia Economica, "Atti della Società Ligure di Storia Patria", n.s., XXXVIII, 1998, pp. 317-376).

2 Enciclopedia Treccani, vol. XXII, Roma, 1934

3 ne rilascio quietanza (n.d.r.)

 

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CAMPANE PICASSO PER SAN ROCCO

 

Nell’archivio parrocchiale è ancora conservato il verbale dell’importante ”adunanza” del 9 aprile 1905 nella quale la Fabbriceria1 della Chiesa Parrocchiale di Pedemonte, dopo avere confermato le persone di Giacomo Pedemonte e Pio Ronco nelle rispettive cariche di presidente e cassiere dell’ente, deliberava di provvedere a nuove campane per la cappella di San Rocco.

Dando seguito a quanto statuito al riguardo, poco tempo dopo, esattamente il 21 maggio 1905, la medesima

 

“Fabbriceria della parrocchia di Pedemonte, comune di Serra Riccò, provincia di Genova”

 

stipulava un contratto con

 

 

“Picasso Luigi fu Matteo, fonditore di campane, residente in Avegno, presso Recco, provincia di Genova”,

 

avente ad oggetto la fondazione di quattro campane da collocarsi sul campanile della Cappella di San Rocco.

Vale davvero la pena esaminare, sia pure per sommi capi, le varie clausole del contratto (un originale del quale è ancora conservato presso l’archivio parrocchiale).

La prima parte del primo articolo trattava delle modalità con le quali la ditta Picasso avrebbe dovuto svolgere l’operazione di fusione delle campane:

 

 

“le campane saranno fuse nel comune di Avegno nella fonderia della ditta Picasso, con regola d’arte, con buona voce e prolungata”.

 

A ciò seguiva la descrizione del tono (sono indicate specificamente le note con le quali doveva essere composto “il concerto delle campane”) e del peso (la più leggera pesava 160 kg, seguita da una di 208 kg e da un’altra di 294 kg, per finire con la maggiore e i suoi 400 kg).

Una volta pronte, le campane avrebbero dovuto essere trasportate da Avegno a Pedemonte su un carro, totalmente a spese della parrocchia, accompagnate da un dipendente della ditta Picasso a tutela della qualità del viaggio. Così prescriveva a tale proposito il secondo articolo del contratto:

 

 

fuse le campane il Picasso avvertirà la fabbriceria, e la medesima è obbligata a spedire un carro a sue spese per il trasporto delle campane da Avegno a San Rocco di Pedemonte, e la ditta per garanzia durante il viaggio manderà un suo dipendente ad accompagnare il carro”.

 

La scrittura privata continuava con l’impegno da parte del signor Picasso ad installare sul campanile la campana, garantendone il buon funzionamento “per anni dieci”, ed accollandosi, inoltre, un’eventuale nuova fusione in caso di rottura “per difetto di costruzione o d’arte” (terzo articolo). Il Picasso avrebbe dovuto provvedere a un risarcimento anche nel caso in cui il maestro di musica scelto dalla parrocchia per il collaudo delle campane non le avesse ritenute “a regola d’arte” (quarto articolo).

Il documento descriveva quindi le modalità di pagamento fissando il prezzo di lire 3 e centesimi 10 per ogni kg di campane e di 50 centesimi per ogni kg di materiale accessorio, come i ceppi. Le campane avrebbero dovuto essere collocate entro il mese di luglio del 1905 e, dopo il collaudo, la Fabbriceria avrebbe dovuto pagare mille lire. Il resto del compenso sarebbe stato spalmato sui successivi quattro anni (quinto-settimo articolo).

Nell’ottavo articolo il Signor Picasso si impegnava personalmente a rispettare il contratto anche in caso di scioglimento o cessione della ditta.

L’ultimo passaggio del testo contrattuale ne decretava la solennità:

 

“Letta la presente scrittura ad alta e viva voce alla presenza delle persone interessate, viene approvata e firmata”.

 

Seguivano le firme di Giacomo Pedemonte, presidente della Fabbriceria, di Pio Ronco, cassiere, degli altri membri dell’istituzione, del parroco Nicolò Ghigliotti e del titolare della fonderia Luigi Picasso.

 

Nell’archivio parrocchiale sono inoltre conservati due documenti relativi al trasporto delle campane, espressamente prefigurato dal citato secondo articolo del contratto.

Il viaggio avveniva in ferrovia nel tratto Recco-Bolzaneto, come risulta dal bollettino di consegna e della lettera d’avviso e ricevuta in arrivo, intestati entrambi ancora alla Società Italiana per le strade ferrate del Mediterraneo (peraltro, il bollettino di consegna reca il timbro Ferrovie dello Stato2). Il materiale, come si evince dai timbri apposti sui due documenti citati, partiva da Recco l’11 agosto per essere affidato allo “speditore” Fratelli Terrile e giungeva a Bolzaneto il giorno 13; un ulteriore timbro apposto in calce all’avviso di arrivo merci, sul retro della lettera d’avviso e ricevuta in arrivo, fa ritenere che il materiale fosse arrivato ad effettiva destinazione il giorno 14 (il timbro reca infatti la dicitura Serra Riccò 14/8/05).

Sono conservati anche altri documenti in stretta connessione con la fornitura di campane; particolarmente curiosa è la nota del 29 settembre 1905 inviata a non meglio specificati “Illustrissimi Signori” (fra di essi vi è sicuramente Luigi Picasso e presumibilmente gli altri componenti della fonderia Picasso) dal Sacerdote Nicola Ghigliotti, il quale chiedeva il rinvio alla domenica 8 ottobre del pagamento della somma di lire mille, in quanto nella domenica immediatamente successiva, ovvero il 1° ottobre, si celebrava la festa di Nostra Signora del Rosario “con grande solennità” (così come avviene ancora oggi).

Ed infatti reca proprio la data dell’8 ottobre la dichiarazione di ricevuta sottoscritta da Luigi Picasso, con la quale quest’ultimo attestava di avere incassato il primo acconto sulle campane fuse per la cappella di S. Rocco.

La ricevuta del secondo acconto porta la data del 23 settembre 1906; le altre ricevute, sempre sottoscritte da Luigi Picasso, portano la data del 4 agosto 1908, del 14 gennaio 1909, del 16 ottobre 1909, del 19 gennaio 1910.

A proposito di queste ricevute, tutte ancora conservate nell’archivio parrocchiale, è interessante notare che in alcuni casi il Signor Luigi Picasso dichiarava di avere ricevuto le somme dalla Fabbriceria o dal Presidente di essa (come nell’ultima ricevuta del 19 gennaio 1910), in altri direttamente dall’Reverendo Arciprete di Pedemonte. Al di là di queste sfumature, è comunque evidente che il soggetto passivo dell’obbligazione contrattuale deve essere considerata la Chiesa Parrocchiale nel suo complesso.

Si osserva inoltre che anche in questo caso la Parrocchia ha pagato in molteplici rate annuali, come del resto espressamente previsto dal contratto; non si può escludere che, come accadeva frequentemente, siano state difficoltà economiche ad impedire il pagamento dei fornitori in un’unica soluzione.

In ogni caso notevole doveva essere stato lo sforzo finanziario della Parrocchia per l’acquisto delle campane per il Santuario di San Rocco, così caro –allora come oggi- agli abitanti di Pedemonte.

 

1Fabbriceria: l’organo preposto ad amministrare il patrimonio e a contrarre le obbligazioni, negli stessi termini della Masseria.

2Ferrovie dello Stato: ente costituito nel 1905 allo scopo di nazionalizzare le ferrovie: con la nascita di tale ente, la Società Italiane per le strade ferrate del Mediterraneo ebbe espropriata buona parte della propria rete, riscattata dallo Stato.

 

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LA FUSIONE DI UNA CAMPANA

 

Le campane sono ancora le protagoniste di un documento risalente al 1929; in quell’anno, precisamente in data 6 ottobre 1929, la Fabbriceria deliberava di provvedere alla fusione della campana maggiore della chiesa; ciò “per evitare disgrazie”, come veniva scritto nel relativo verbale tutt’ora conservato: evidentemente sussisteva un concreto pericolo per l’incolumità pubblica.

L’incarico veniva affidato alla ditta Picasso di Avegno, proprio “quella stessa che fuse le campane di S.Rocco”, come viene espressamente specificato nel medesimo verbale; il quale recava la sottoscrizione, tra gli altri, del Presidente Cipriano Ghiglino, del cassiere Giovanni Lavagetto e del Parroco Nicolò Ghigliotti (denominato Arciprete).

A distanza di poco più di due mesi dalla deliberazione, precisamente in data 15 dicembre 1929, il Signor Matteo Picasso dichiarava di ricevere la somma di Lire 5.400 dalla Fabbriceria di Pedemonte per la fusione della campana maggiore. Il tenore del testo della ricevuta (anch’essa conservata presso l’archivio parrocchiale) fa ritenere che in questa occasione, a differenza di altre volte, il pagamento fosse avvenuto in un’unica soluzione, a lavoro concluso.

Anche in questo caso, peraltro, doveva essersi trattato di uno sforzo finanziario non da poco: il che conferma ancora una volta l’attenzione e la premura che la Chiesa di Pedemonte ha dedicato nel corso del tempo alle campane.

 

 

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OLTRE I DOCUMENTI

 

I moderni mezzi elettronici e i diversi orari e stili di vita delle persone rispetto ad un tempo hanno inevitabilmente sottratto importanza e centralità al suono delle campane.

Tuttavia, ancora oggi rimangono intatti il fascino e la sensazione di pace e di armonia che emana il suono delle campane, soprattutto nei centri più piccoli, giustamente celebrati in diverse opere letterarie ed artistiche.

Ovviamente oggi non esiste più la figura del campanaro così come era concepita nell’Ottocento e come è stata illustrata in precedenza.

Tuttavia i campanari, anche se paiono ad alcuni una specie a rischio, non sono in via di estinzione1; nel marzo 2005 si è costituita ufficialmente l’Associazione campanari liguri – sito internet www.campanariliguri.it -; l’Associazione, riconosciuta nel 2011 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si propone tra l’altro di promuovere studi e ricerche sulle campane e il loro uso curandone divulgazione e tutela storico-artistica.

Anche in molte altre regioni italiane esistono e sono attive associazioni di campanari: ormai dal 1960, ogni anno si svolge il raduno nazionale dei suonatori di campane nel quale vengono esibite le principali tecniche di suono delle diverse regioni.

In conclusione, le parole di due Papi:

 

 

Se le mutate condizioni dei tempi hanno oggi spento la voce ammonitrice di tanti nostri campanili, è pur vero che invariati rimangono, per la maggior parte degli uomini, quei momenti caratteristici della giornata: mattino, mezzogiorno e sera, i quali segnano i tempi della loro attività e costituiscono un invito ad una pausa di preghiera” (Paolo VI).

 

“Le campane delle chiese, aiutano a non dimenticare la domenica come il giorno del Signore, rappresentano la "voce di Dio" per chi crede e sono annuncio per chi non crede. È una bella cosa ascoltare il suono delle campane, che cantano la gloria del Signore da parte di tutte le creature. Lo scandire di rintocchi da parte di migliaia di campanili in tutto il mondo, è come una liturgia celeste che non può identificarsi nel segnare semplicemente le ore, ma nel colmare il tempo della sacralità e consacrarlo a Cristo, pienezza e Signore del tempo. Ciascuno di noi porta in sé una campana, molto sensibile. Questa campana si chiama cuore. Questo cuore suona e mi auguro che il vostro cuore suoni sempre delle belle melodie”. (Giovanni Paolo II).

 

1G. MERLATTI, Di bronzo e di cielo, Milano, 2009, p. 77

 

 

 

 Pedemonte di Serra Riccò (Genova) - Chiesa Santissima Annunziata

 

 

 

 

 

 Pedemonte di Serra Riccò (Genova) - Santuario di San Rocco

 

Tracce di Pedemonte

Festeggiando San Rocco

 

Tracce di Pedemonte

 

 

 

 

FESTEGGIANDO SAN ROCCO

 

 

Le celebrazioni del 16 agosto dal 1901 al 1935 a Pedemonte di Serra Riccò (Genova)

 

Nell’Archivio Parrocchiale sono conservati numerosi documenti che fanno diretto o indiretto riferimento alla festa patronale di San Rocco del 16 agosto, così cara – ieri come oggi - alla popolazione di Pedemonte; nello specifico, l’attenzione si è concentrata sui documenti relativi agli anni dal 1901 al 1935.

Sono in particolare i libri dei conti della Parrocchia del periodo a rivelare l’importanza della festa: una parte infatti non indifferente delle uscite annuali documentate (così come, specularmente, delle entrate) riguarda proprio la festività di San Rocco. La specificazione voce per voce di tali dati contabili permette di ricostruire con una certa precisione le concrete modalità con le quali veniva preparato e celebrato tale evento.

Altre preziose indicazioni al riguardo si traggono dalla lettura dei verbali delle adunanze della Fabbriceria: una delle sedute annuali, quella che si svolgeva di solito uno dei primi giorni di luglio, era appositamente dedicata all’organizzazione della festa di San Rocco, unitamente a quella, anch’essa molto sentita e partecipata dalla comunità di Pedemonte, del Carmine che si celebra il 16 luglio.

Da questi dati si evince che l’organizzazione della festa patronale doveva essere piuttosto complessa, in quanto c’era la necessità di convocare:

- uno o più sacerdoti in aiuto per la celebrazione delle numerose Sante Messe del giorno di San Rocco e per la declamazione di discorsi o “panegirici”;

- una banda, proveniente di solito da località vicine, per la musica durante la processione ed un “maestro” per la musica in chiesa durante la celebrazione eucaristica;

- i “portatori” della cassa di San Rocco;

- gli “sparatori” dei mortaretti.

Ancora, occorreva abbellire il santuario di San Rocco con particolari addobbi ed in tale ottica veniva predisposto uno specifico “apparato” (magari a cura di una specifica figura quale appunto l’”apparitore”), nonché fornire vino in gran quantità, in vista di festeggiamenti evidentemente di carattere un po’ meno spirituale, da svolgersi al termine della celebrazione religiosa.

Erano queste le voci più frequenti, presenti quasi sempre nei registri annuali del periodo in esame nella sezione riservata alle uscite; qua e là compaiono anche altri tipi di spesa di carattere vario, che confermano ulteriormente la complessità dell’organizzazione: fra tali spese, si richiamano quelle relative all’illuminazione del santuario di San Rocco, al vitto da offrire ai componenti della banda musicale convocata (nell’archivio sono conservate alcune fatture rilasciate dalle trattorie di Pedemonte), al costo del materiale e del suo trasporto, alla domanda di “licenza di sparo” diretta presumibilmente alla competente autorità di Pubblica Sicurezza.

In qualche caso alcuni aspetti dell’organizzazione della festa erano affidati a veri e propri professionisti: così, ad esempio, nell’archivio è conservata una fattura datata 31 dicembre 1920 del tappezziere Ravara Gio’ Batta di Genova “per imprestito apparati e manifattura per funzione di San Rocco”; dello stesso fornitore ve ne sono anche varie, relative anche ad altri anni (in alcuni casi non risulta la data della fattura, per cui non è possibile collocarle nel rispettivo anno).

Il compito di presiedere a tutti i vari incombenti spettava naturalmente al Parroco (in qualche occasione denominato “Arciprete”), il quale spesso riceveva comunque una espressa investitura in tal senso dalla Fabbriceria, come risulta da molti dei verbali di adunanza di cui si è parlato in precedenza. A volte l’attribuzione dell’incarico avveniva in modo generico: così, ad esempio, il 3 luglio 1927 la Fabbriceria dava incarico al Parroco di “provvedere in tutto, perché le feste riuscissero solenni”. Il 4 luglio 1926 essa lasciava al Parroco “la facoltà di provvedere a quanto bisognava, perché bene riuscisse la festa”. Nell’adunanza del 7 luglio 1929 “si diede facoltà al Parroco di procedere come si conviene e di pensare e provvedere a quanto occorre”.

In altri casi invece i compiti del Parroco erano indicati specificamente: nell’adunanza del 3 luglio 1921, ad esempio, “si diede incarico all’Arciprete di provvedere per gli apparati per detta solennità, come pure per la musica in chiesa e per la banda nella processione”.

Tra i compiti affidati al Parroco vi era anche quello di reperire fondi per la festa di San Rocco, a fronte della già rilevata imponenza delle spese da affrontare. In tale ottica il Parroco si recava personalmente nelle case dei parrocchiani per chiedere contributi economici: per questa missione egli veniva spesso aiutato da un fabbriciere, come emerge da molti dei verbali di adunanza.

Le offerte venivano poi messe a bilancio nei libri dei conti, ovviamente nella sezione dedicata alle entrate, e spesso specificate zona per zona: il territorio parrocchiale era infatti suddiviso in vari “quartieri” (in alcuni casi denominati proprio così nei registri), quali Pernecco Inferiore e Superiore, Casale, Chiesa, Grone. Altre offerte venivano raccolte durante la novena di preparazione e nella stessa giornata della festa di San Rocco: molto spesso si legge, tra le voci di entrata, “raccolta novena e festa”.

Le osservazioni fin qui svolte appaiono riferibili pressoché a tutti gli anni del periodo preso in considerazione.

Peraltro, rispetto ad alcuni anni particolari, emergono alcune peculiarità.

Così, ad esempio, si può osservare che nel 1924, poiché il 16 agosto cadeva di sabato, si decideva (come da verbale della Fabbriceria del 6 luglio di quell’anno) di celebrare una doppia festa, una il sabato e l’altra la domenica; addirittura si chiamavano due bande musicali diverse.

Particolarmente interessante è poi l’analisi dell’incidenza della Prima guerra mondiale sulle modalità dei festeggiamenti di San Rocco.

La deliberazione adottata dalla Fabbriceria nell’adunanza del 4 luglio 1915 – nella quale “si stabilì di fare le feste come in passato, tranne la banda, essendo state proibite le processioni per la guerra” – è con tutta evidenza conseguente al contenuto dell’art. 3 del Regio Decreto 23 maggio 1915 n. 674, emanato da Vittorio Emanuele III in concomitanza con l’entrata in guerra dell’Italia: con tale provvedimento, infatti, si vietavano espressamente le processioni civili e religiose.

Un altro espresso riferimento alla guerra in corso è contenuto nel verbale dell’adunanza della Fabbriceria del 9 luglio 1916, dove si legge quanto segue: “attesa la guerra e lo stato doloroso della parrocchia, si decise di non andare alle case per le consuete offerte, lasciando a ciascuno facoltà di offerte a piacimento”.

La festa di San Rocco veniva celebrata anche negli anni 1917 e 1918, come risulta dai verbali di adunanza della Fabbriceria rispettivamente del 1° luglio 1917 (nel quale “si deliberò di celebrare la festa di San Rocco come in passato, tranne la banda, essendo proibite le processioni”) e del 7 luglio 1918.

Terminata la guerra, nel 1919 si decideva di celebrare la festa di San Rocco (così come quella del Carmine) “con speciale solennità, essendo ritornati i soldati dopo la guerra”, come si legge nel verbale dell’adunanza della Fabbriceria del 6 luglio.

Dal medesimo verbale si desume l’esistenza di un altro particolare motivo per festeggiare quell’anno San Rocco: “per intercessione di questo Santo” la Parrocchia era andata “immune dal morbo pestilenziale, che tante vittime seminò nelle vicine popolazioni”.

Il riferimento è evidentemente all’influenza spagnola, altrimenti conosciuta come la grande influenza, che imperversava proprio in quegli anni, uccidendo diversi milioni di persone in tutto il mondo. Proprio da allora, a causa di un voto fatto durante l’epidemia dalla popolazione di Pedemonte a San Rocco in quanto protettore dalle pestilenze, è proibito ballare in occasione della festa patronale.

Nonostante la fine della Prima guerra mondiale, nel 1920 le processioni religiose risultavano ancora vietate dalla “superiore autorità civile”, come è scritto nel verbale dell’adunanza di Fabbriceria del 4 luglio; peraltro –il fatto è davvero curioso- si delegava il Parroco “a fare il possibile affinché fosse revocato il divieto”.

La tradizione della processione riprendeva sicuramente nel 1921, quando, come da verbale di adunanza del 3 luglio, la Fabbriceria incaricava il Parroco, tra le altre cose, di chiamare la banda appunto per la processione.

Da questi dati emerge chiaramente che neppure la guerra era riuscita a bloccare la celebrazione della festa di San Rocco a Pedemonte: festa che, seppure in forma ridimensionata, si è dunque sempre svolta anche in quegli anni così difficili.

Così, dall’apparentemente arida ed asciutta elencazione di voci di spesa o di entrata prese dal libro dei conti, nonché dai verbali delle adunanze della Fabbriceria, emerge in tutti i suoi aspetti la costante attenzione, cura, partecipazione e devozione con la quale la comunità di Pedemonte preparava e celebrava la festa patronale di San Rocco. Proprio come avviene ancora oggi.

                                                          

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Di seguito vengono elencate le entrate e le uscite risultanti dai libri dei conti della Parrocchia, sicuramente connesse alla festa di San Rocco (in qualche caso il dato contabile comprende la celebrazione anche di altre feste, come quella del Carmine).

Naturalmente, non si può escludere né un inserimento nei registri di altre voci di entrata o di spesa in qualche modo riconducibili alla festa patronale né l’omissione di alcune spese comunque effettuate; l’elenco che segue, quindi, non ha alcuna pretesa di completezza, ma vuole solo rendere un’idea dello sforzo organizzativo e finanziario sopportato ogni anno dalla Parrocchia in vista della buona riuscita della celebrazione di San Rocco e dei festeggiamenti connessi.

Sono inoltre citati i verbali delle adunanze di Fabbriceria che si svolgevano sempre nei primi giorni di luglio e che erano espressamente dedicate alla organizzazione delle feste del Carmine e di San Rocco (in qualche caso, in cui le modalità di festeggiamento erano evidentemente identiche, si trovano dei riferimenti comuni ad entrambe le solennità). Con le seguenti eccezioni: nei primi cinque anni del periodo preso in considerazione non risultano adunanze di Fabbriceria sul tema; quella del luglio 1911 aveva ad oggetto altre problematiche, mentre quella del 1922 sembra trattare solo la festività del Carmine.

Inoltre sono citate alcune fatture conservate presso l’archivio parrocchiale emesse da artigiani o fornitori che hanno prestato professionalmente la loro opera per la Parrocchia in occasione della festa di San Rocco, a cui in precedenza è già stato fatto un cenno.

 

1901

La Parrocchia spende:

200 lire per “musica festa San Rocco”,

20 lire per “tre sacerdoti – Messa discorso”,

30 lire per “apparato festa”.

 

La Parrocchia incassa:

102,28 lire da “festa di S. Rocco”,

500 lire da “offerta per i ristori chiesa”,

59 lire da “novena e festa San Rocco”.

 

1902

La Parrocchia spende:

200 lire per la “musica festa San Rocco”,

20 lire per “Messa, discorso, ecc. festa San Rocco”,

100 lire per “apparatore festa Carmine e S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

95,85 lire da “raccolta per festa S. Rocco”,

60,03 lire da “raccolta novena e festa San Rocco”.

 

1903

La Parrocchia spende:

225 lire per “musica festa S. Rocco (Pontedecimo)”,

20 lire per “panegirico e Messa festa S. Rocco”,

110 lire per “apparato festa Carmine e S. Rocco”,

102,63 lire per “spese per vino – sparo mortaretti – trasporti materiale per fiera”,

90 lire per “polvere da sparo (S. Rocco)”.

8 agosto 1903: Rubartelli Pellegrino – Cartoleria Litografie e Tipografia – fornisce una serie di numeri per la lotteria.

 

La Parrocchia incassa:

104 lire da “raccolta festa S. Rocco”,

79 lire da “raccolta novena e festa S. Rocco”,

50 lire da “offerta privata”.

 

1904

La Parrocchia spende:

75 lire per “musica S. Rocco”,

160 lire per “banda S. Rocco processione”,

100 lire per “apparati festa Carmine e S. Rocco”,

15 lire per “trasporto oggetti chiesa”,

20 lire per “licenza di sparo festa S. Rocco”,

27 lire per “vino festa Carmine e S. Rocco”,

46 lire per “polvere festa S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

53,36 lire da “festa e novena S. Rocco”,

93,78 lire da “Parrocchia per festa S. Rocco”,

12,70 lire da “offerte private”.

 

1905

La Parrocchia spende:

80 lire per “banda musicale San Rocco”,

90 lire per “musica in chiesa”,

70 lire per “spese rimessa ristori cappella S. Rocco”,

5 lire per “mancia a due sparatori festa S. Rocco”,

49 lire per “polvere da sparo festa S. Rocco”,

40 lire per “armonium festa S. Rocco”,

95 lire per “apparatore – Carmine e S. Rocco”,

45 lire per “vino feste Carmine e S. Rocco e trasporto musicanti”.

 

La Parrocchia incassa:

108,83 lire da “raccolta novena e festa S. Rocco”.

 

1906

1° luglio: la Fabbriceria stabilisce per la festa di S. Rocco di chiamare “la banda dei Derelitti a Genova” e per “gli apparati e musica in Chiesa” si dà incarico al Parroco di provvedere.

 

La Parrocchia spende:

100 lire per “musica processione San Rocco”,

95 lire per “musica in chiesa”,

84,80 lire per “vitto musica S. Rocco e vino festa S. Rocco”,

60 lire per “domanda permesso sparo”.

 

La Parrocchia incassa:

105,15 lire da “raccolta festa San Rocco”,

43,20 lire da “raccolta novena e festa”,

25 lire “dall’oratorio festa San Rocco”.

 

 

1907

7 luglio: la Fabbriceria dà incarico al Rev.do Parroco di “pensare per le prossime feste di N.S. del Carmine e di S. Rocco”, e “per accondiscendere il desiderio della popolazione” si decide lo sparo dei mortaretti in ambedue le feste.

 

La Parrocchia spende:

90 lire per “musica Chiesa”,

125 lire per “banda processione”,

15 lire per “Messa e discorso”,

10 lire per “sparo mortaretti (guardia)”,

1,20 lire per “domanda di sparo (Carmine e S. Rocco)”,

90 lire per “apparato festa Carmine e S. Rocco”,

3,20 per “portatori fanali Carmine e S. Rocco”,

4,60 lire per “sparatori”,

20,10 lire per “vino (Carmine e S. Rocco)”,

24 lire per “armonium cappella S. Rocco festa titolare”.

 

La Parrocchia incassa:

90,63 lire da “raccolta festa di San Rocco”,

48 lire da “raccolta novena e festa S. Rocco”,

7,50 lire da “offerte varie”,

25 lire da “festa di San Rocco dell’oratorio”.

 

1908

5 luglio: la Fabbriceria stabilisce di chiamare la banda della S.O.C. di Pontedecimo per la festa di S. Rocco e dà “facoltà al Parroco di pensare al rimanente”, perché tutto proceda bene.

 

La Parrocchia spende:

250 lire per “banda di Pontedecimo festa S. Rocco”,

85 lire per “musica Chiesa”,

5 lire per “guardia”,

9 lire per “bandiere festa San Rocco”,

5 lire per “trasporto apparati”,

23,20 lire per “vino processione Carmine e S. Rocco, mance trasporti”,

90 lire per “apparati feste Carmine e S. Rocco”,

14 lire per “Messa festa S. Rocco e discorso”,

22 lire per “armonium festa S. Antonio e S. Rocco e trasporto”.

 

La Parrocchia incassa:

112 lire da “raccolta festa S. Rocco”,

52,87 dalla “novena e festa S. Rocco”,

5 lire da “raccolta a S. Rocco in una Messa”.

 

1909

4 luglio: la Fabbriceria dà incarico al Presidente di chiamare per la festa di San
Rocco la banda di Pontedecimo e l’organista di Pontedecimo per la musica di chiesa. “Per far cosa grata al paese”, si stabilisce di imbandierare le strade ove sarebbe passata la processione nel giorno di S. Rocco e lo “sparo dei mortaretti”.

 

La Parrocchia spende:

100 lire per “musica chiesa festa S. Rocco”,

140 lire per “banda processione”,

15 lire per “armonium novena e festa S. Rocco”,

5 lire per “guardia comunale”,

33 lire per “vino festa Carmine e S. Rocco”,

90 lire per “apparatore Carmine e S. Rocco”.

29 settembre 1909: Pasquale Napoli di Benedetto – Pontedecimo – Depositi Esplodenti, emette una fattura relativa alla fornitura di “polvere mina”.

 

La Parrocchia incassa:

101 lire da “raccolta festa di S. Rocco”,

58,23 lire da “raccolta novena e festa S. Rocco”,

25 lire da “offerta dell’oratorio N.S. Rosario per festa S. Rocco”.

 

1910

 

3 luglio: la Fabbriceria delibera di affidare la musica di chiesa a Giovanni Pedemonte, organista di Pontedecimo. Per la processione si stabilisce di chiamare la banda della S.O.C. di Pontedecimo.

 

La Parrocchia spende:

220 lire per “banda di Pontedecimo – festa di S. Rocco”,

85 lire per “musica in chiesa”,

27 lire per “vino per banda festa Carmine e S. Rocco”,

105 lire per “apparato festa Carmine/S. Rocco e visita pastorale”.

28 settembre 1910: Ravara Gio. Batta tappezziere emette una fattura relativa all’”imprestito apparati e manifattura per la funzione di N.S. del Carmine e S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

99,30 lire da “raccolta festa S. Rocco”,

45,08 lire da “raccolta novena e festa”,

25 lire da “offerta oratorio festa S. Rocco”.

 

1911

 

La Parrocchia spende:

65 lire per “musica festa S. Rocco – chiesa”,

240 lire per “banda processione”,

12 lire per “portatori fanali e cassa festa Carmine e S. Rocco”,

33,20 per “vino – Carmine e S. Rocco per musica”.

 

La Parrocchia incassa:

93 lire da “raccolta festa S. Rocco”,

51,57 lire da “novena e festa”,

6 lire da “venditori piazzale San Rocco”,

25 lire da “offerte dell’oratorio festa S. Rocco”.

 

 

1912

7 luglio: la Fabbriceria delibera di invitare il maestro Rossi per la musica in chiesa e la banda di Pontedecimo per la processione.

 

La Parrocchia spende:

65 lire per “musica chiesa festa San Rocco”,

240 lire per “banda processione”,

120 lire per “apparati festa Carmine e S. Rocco

34,10 lire per “vino festa Carmine e S. Rocco”,

1,50 lire per “mance trasporti fanali”.

 

La Parrocchia incassa:

105,15 lire da “raccolta festa S. Rocco”,

44,72 lire da “raccolta novena e festa”,

25 lire da “offerta dell’oratorio festa S. Rocco”.

 

1913

6 luglio: la Fabbriceria delibera di invitare la banda di Pontedecimo e dà mandato al Parroco di provvedere per la musica in Chiesa e per l’”apparatore” della Chiesa.

 

La Parrocchia spende:

240 lire per “banda Pontedecimo festa S. Rocco”,

85 lire per “musica in chiesa”,

37,10 per “vino feste Carmine e S. Rocco”,

8 lire per “portatori cassa Carmine e S. Rocco”,

2 lire per “portatori fanali”,

90 lire per “apparatore feste Carmine e S. Rocco”.

La Parrocchia incassa:

107,13 lire da “raccolta festa S. Rocco”,

55,83 lire da “raccolta novena e festa”,

25 lire da “offerta oratorio”.

 

1914

5 luglio: la Fabbriceria delibera di invitare la banda di Pontedecimo per la festa di S. Rocco per prestare servizio durante la processione. Per la musica in chiesa, e per l’apparatore, si dà, “come il consueto, mandato al Parroco di provvedere”.

 

La Parrocchia spende:

80 lire per “musica festa di S. Rocco in chiesa”,

30 lire per “elemosina per messe sacerdoti detta festa”,

120 lire per “banda processione S. Rocco”,

90 lire per “apparatori festa Carmine e S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

96,69 lire da “raccolta festa S. Rocco”,

54,19 lire da “novena e festa”,

3,05 lire dall’”offerta venditori piazzale S. Rocco”.

 

1915

4 luglio: la Fabbriceria stabilisce di fare le feste come in passato, “tranne la banda, essendo state proibite le processioni per la guerra”.

 

La Parrocchia spende:

65 lire per “musica chiesa festa S. Rocco”,

10 lire per “discorso detta festa”,

20 lire per “n. 4 sacerdoti con messe per detta festa”,

3,90 per “400 medaglie distribuite in Parrocchia”,

20 lire per “apparatore festa S. Rocco”,

5 lire per “trasporto apparati”.

16 agosto 1915: Ravara Gio Batta tappezziere emette una fattura “per imprestito apparati e manifattura funzione di S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

70 lire da “novena e festa S. Rocco”,

11 lire da “cassetta cappella”,

25 lire “dalla Congregazione N.S. del Rosario per festa S. Rocco”.

 

1916

9 luglio: la Fabbriceria delibera di celebrare “come il consueto” la festa di San Rocco e dà mandato al Parroco di “fissare musica per la Chiesa ed apparatore”. “Attesa la guerra, e lo stato doloroso della Parrocchia”, si decide di “non andare alle case per le consuete offerte, lasciando a ciascuno facoltà di offrire a piacimento”.

 

La Parrocchia spende:

75 lire per “musica festa S. Rocco”,

10 lire per “onorari per discorso”,

25 lire per “quattro messe offerte sacerdoti”.

31 dicembre 1916: Ravara Gio Batta tappezziere emette fattura “per imprestito apparati e manifattura per funzione Carmine e S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

75,68 lire da “novena e festa S. Rocco”,

25 lire da “raccolta dell’oratorio per festa S. Rocco”.

 

1917

1° luglio: la Fabbriceria delibera di celebrare la festa di S. Rocco come in passato, tranne la banda, “essendo proibite le processioni” e dà incarico al Parroco di provvedere “a quanto si richiede”.

 

La Parrocchia spende:

85 lire per “musica festa S. Rocco”,

10 lire per “discorso”,

10 lire per “trasporto apparati”,

10 lire per “elemosina per messe”,

100 lire per “apparatore Carmine e S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

61,36 lire dalla “raccolta novena e festa S. Rocco

25 lire dall’”offerta dell’oratorio”.

 

1918

7 luglio: la Fabbriceria incarica il Parroco di provvedere “a quanto abbisogna”.

                         

La Parrocchia spende:

85 lire per “musica festa S. Rocco”,

20 lire per “onorario panegirista”,

15 lire per “tre sacerdoti con Messa detta festa”.

16 dicembre 1918: Ravara Gio Batta tappezziere emette fattura “per imprestito apparati e manifattura per funzione di S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

76 lire da “raccolta novena e festa S. Rocco”,

18 lire dalla “cassetta delle offerte”,

25 lire dall’”oratorio per festa S. Rocco”.

 

1919

6 luglio: la Fabbriceria delibera di celebrare le feste del Carmine e S. Rocco “con speciale solennità, essendo ritornati i soldati dopo la guerra alle loro famiglie, in modo particolare la festa di S. Rocco, per intercessione di questo santo essendo andate immune la Parrocchia dal morbo pestilenziale, che tante vittime seminò nelle vicine popolazioni”.

 

La Parrocchia spende:

150 lire per “musica in chiesa – festa S.Rocco”,

320 lire per “banda per processione”,

44 lire di “spesa pervino

20 lire per “panegirico detta festa”,

12 lire per “ristoro ai prigionieri nel preparare strade e processione”,

120 lire per “apparato festa Carmine e S.Rocco”.

22 agosto 1919: Ravara Gio Batta tappezziere emette fattura “per imprestito apparati e manifattura per funzione di S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

243 lire per “raccolta festa S. Rocco intorno alla Parrocchia”,

153,30 lire durante “novena e giorno S. Rocco”,

25 lire “dall’oratorio per sopradetta festa”,

1128 lire per la “nuova cassa – raccolta in parrocchia”.

 

1920

4 luglio: la Fabbriceria delibera di celebrare la festa di S. Rocco come in passato. “Essendo state proibite le processioni dalla superiore autorità civile, si delegò il Parroco a fare il possibile affinché fosse revocato il divieto”.

 

La Parrocchia spende:

350 lire per la “banda processione San Rocco”,

180 lire per “musica in chiesa”,

20 lire per “panegirico detta festa”,

160 lire per “vino festa Carmine e S. Rocco”.

4 agosto 1920: il cesellatore Antonio Terrile fornisce 4 “ornati per illuminazione per la cassa di San Rocco” e “20 bussolotti per candele in metallo cesellato eseguiti su disegno, completamente argentati fissati su armatura in ferro”.

31 dicembre 1920: Ravara Gio. Batta tappezziere emette fattura “per imprestito apparati e manifattura per funzione di S. Rocco” pari a Lire 65,00.

 

La Parrocchia incassa:

224,75 lire in quartiere “Chiesa”,

153,35 lire in quartiere “Grone”,

90,60 lire in quartiere “Casale”,

90,20 lire in quartiere “Pernecco”,

107,90 lire da “novena e festa – raccolta in chiesa”,

70,20 lire dalla “cassetta”,

25 lire dalle “offerte dell’oratorio”.

 

 

1921

3 luglio: la Fabbriceria dà incarico all’Arciprete di provvedere agli “apparati” per la solennità di San Rocco, come pure alla musica in chiesa e alla banda nella processione; “per soddisfare ad un pio desiderio della popolazione” si decide “lo sparo dei mortaretti”.

 

La Parrocchia spende:

450 lire per “banda festa S. Rocco”,

80 lire per “musica chiesa”,

30 lire per “panegirico e Messa – onorario”,

55 lire per “vino musica”,

9 lire per “candele per illuminazione”,

25 lire per “immagini e medaglie S. Rocco”,

185 lire per “apparatore festa Carmine e S. Rocco”,

100 lire per “vino festa Carmine e S. Rocco”,

30 lire per “trasporto apparati festa Carmine e S. Rocco”,

100 lire per “polvere festa S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

366,12 lire in quartiere “Chiesa Inferiore”,

196,05 lire in quartiere “Grone”,

130,10 lire in quartiere “Pernecco”,

96,65 lire in quartiere “Casale”,

140 lire durante “novena e festa”,

82,50 lire dalla “cassetta del Santo”,

25 lire dell’”oratorio per la festa S. Rocco”,

3.800 lire da “ricavo lotteria”.

 

1922

 

La Parrocchia spende:

425 lire per “musica processione”,

50 lire per “maestro musica e Messa”,

30 lire per “onorario panegirico”,

80 lire per “cinque sacerdoti Messa”,

280 lire per “apparato Carmine e S. Rocco”,

45 lire per “imprestito lampadine”,

42 lire per “vino festa S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

318,15 lire nel quartiere “Chiesa superiore”,

336,10 lire nel quartiere “Chiesa inferiore”,

155,20 lire in quartiere “Pernecco”,

65 lire in quartiere “Casale”,

45 lire da “cassetta del Santo”,

171 lire durante “raccolta novena e festa”.

 

1923

1° luglio: la Fabbriceria invita la banda di Rivarolo, essendosi sciolta quella di Bolzaneto, e “riguardo all’apparato” affida al Parroco di “provvedere come in passato”.

 

La Parrocchia spende:

650 lire per “banda musicale festa S. Rocco”,

50 lire per “trasporto da Rivarolo a Bolzaneto - festa Carmine e S. Rocco”,

50 lire per “maestro musica chiesa”,

25 lire per “onorario predicatore”,

160 lire per “trasporto banda Carmine e S. Rocco”,

170 lire per “apparati San Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

154 lire durante “raccolta novena e festa”,

101 lire dalla “cassetta del Santo”,

209,10 lire in “Quartiere superiore”,

336 lire in “Quartiere inferiore”,

173 lire in “Pernecco”,

79,40 lire in “Casale”,

25 lire dall’ “oratorio”.

 

1924

6 luglio: riguardo alla festa di S. Rocco, la Fabbriceria stabilisce “di farla doppia, cadendo in sabato, accompagnandola con una lotteria per supplire alle spese dei ristori della chiesa”. Perciò decide di invitare la banda della S.O.C. di Rivarolo per la festa del 16 e quella della S.O.C. di Voirè per quella del 17 e “di apparare la cappella di S. Rocco nel miglior modo possibile”.

 

La Parrocchia spende:

650 lire per “banda musicale festa S. Rocco”,

50 lire per “maestro musica chiesa”,

50 lire per “onorario Messa e panegirico (sera)”,

25 lire per “onorario panegirico (mattino)”,

15 lire per “onorario S. Messa e processione”,

150 lire per “trasporto banda da Bolzaneto e Pedemonte e viceversa”,

50 lire per “S. Messa e panegirico – seconda festa S. Rocco”,

288 lire per “polvere mortaretti”,

524 lire per “vitto banda - giorno 16,

350 lire per la “banda giorno 17,

104 lire per “refezione detta banda”,

86 lire per “vino bande e sparatori”,

155 lire per “apparatore festa San Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

250 lire per “raccolta novena e festa”,

83,50 per “cassetta del Santo”,

327,25 lire nel quartiere “Chiesa”,

233,70 nel quartiere “Grone”,

167,50 nel quartiere “Pernecco”,

84,30 nel quartiere “Casale”.

 

1925

5 luglio: la Fabbriceria stabilisce di addobbare “festosamente” la cappella di San Rocco e di scegliere la banda di Sestri Ponente per la processione.

 

La Parrocchia spende:

1400 lire per “banda musicale festa S. Rocco”,

50 lire per “maestro musica chiesa”,

50 lire per “onorario quattro sacerdoti”,

335 lire per “apparatore – festa Carmine e S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

93,10 lire nel quartiere “Casale”,

176,65 lire nel quartiere “Pernecco”,

416,65 lire nel quartiere “Chiesa”,

224,15 lire nel quartiere “Grone”,

250 lire per “offerte private”,

314,70 durante raccolta “novena e festa di S. Rocco”,

18 lire per “offerte private a mano del Parroco”.

 

1926

4 luglio: la Fabbriceria delibera di invitare la banda di Rivarolo e approva lo sparo dei mortaretti.

 

La Parrocchia spende:

700 lire per “banda festa S. Rocco”,

50 lire per “musica chiesa maestro”,

50 lire per “onorario discorso”,

55 lire per “sacerdoti aiuto funzioni”,

8 lire per “portatori fanali”,

150 lire per “trasporto banda da Bolzaneto a Pedemonte e viceversa” (Carmine e S. Rocco),

170 lire per “apparati festa Carmine e S. Rocco”,

100 lire per “polvere da sparo mortaretti”,

50 lire per “acconto organista Noli”,

142 lire per “trattoria Gelsomino per banda San Rocco”,

25 lire per “vino festa S. Rocco”,

121 lire per “trattoria Cristina per vino Carmine e San Rocco”.

26 agosto 1926: Casassa – Addobbi e Luminarie – emette una fattura per l’”addobbo del Santuario per S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

432,15 lire nel quartiere “Chiesa”,

239,45 lire nel quartiere “Grone”,

183,30 lire nel quartiere “Pernecco”,

94,70 lire nel quartiere “Casale”,

247 lire da “raccolta massari novena e festa”.

 

1927

3 luglio: la Fabbriceria dà incarico al Parroco di provvedere in tutto, “perché le feste riuscissero solenni”. Invita la banda della S.O.C. di S. Quirico.

 

La Parrocchia spende:

1320 lire per “apparato S. Rocco”

1500 lire per “banda musicale”,

300 lire per “trasporto banda – auto 4 volte”,

200 lire per “novena con predicazione mattino e sera - con Messa”,

390 lire per “musica chiesa tre giorni”,

160 lire per “oratori sacri tre giorni”,

140 lire per “onorari sacerdoti per aiuto nei tre giorni - con Messa”,

60 lire per “trasporto apparati”,

208 lire per “polvere da sparo – mortaretti”,

70 lire per “porto moraretti

567 lire per “vitto – vino – mance per banda tre giorni”,

150 lire per “luce elettrica tre giorni - illuminazione interna ed esterna”,

8 lire per “porto fanali processione San Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

529 lire durante “raccolta novena e festa S. Rocco”,

6855 lire da “offerte parrocchiani per centenario S. Rocco”.

 

1928

1° luglio: la Fabbriceria per le feste del Carmine e di S. Rocco decide di invitare la banda della S.O.C. di S. Quirico. “Siccome per le riparazioni alla cappella di S. Rocco sarebbero occorse spese alquanto gravi” si stabilisce che il Parroco insieme con un fabbriciere ed un “massaro” di S. Rocco vada per la Parrocchia a riceve l’offerta dei parrocchiani. “Non potendosi fare una fiera di beneficenza si decise un lotto, comperando due macchine da cucire e qualche altro regalo”.

 

La Parrocchia spende:

25 lire per “trasporto apparati festa S. Rocco”,

461 lire “nell’anno per tutte le feste patronali, compreso il 31 dicembre (vino),

270 lire per “addobbo festa S. Rocco”,

500 lire per “banda festa S. Rocco”

50 lire per “Maestro musica chiesa”,

30 lire per “onorario per panegirico”.

4 agosto 1928: la Tipografia – Legatoria G. Cristianci fornisce al Comitato lotteria S. Rocco 3000 fogli per la lotteria.

 

 

La Parrocchia incassa:

292,80 da “massari per novena e festa S. Rocco”.

 

1929

7 luglio: la Fabbriceria delibera di chiamare la banda musicale della S.O.C. di S. Quirico e per ciò che riguarda la chiesa si stabilisce di addobbare solamente la cappella di S. Rocco, e si dà facoltà al Parroco di procedere “come si conviene” e “di pensare e provvedere a quanto occorre”.

 

La Parrocchia spende:

429 lire per “provvista vino – Carmine e S. Rocco

25 lire per “porto apparati festa S. Rocco”,

299,50 per “apparati festa S. Rocco – Casassa”,

500 lire per “banda musicale festa S. Rocco”,

60 lire per “maestro musica chiesa”,

50 lire per “onorario S. Messa e discorso”,

8 lire per “porto fanali processione S. Rocco”,

100 lire per “trasporto banda festa Carmine e S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

213 lire durante “raccolta novena e festa San Rocco”,

907,15 lire in Quartiere Chiesa,

757,50 lire in “Grone”,

250 lire in “Pernecco”,

380,30 lire in “Casale”.

 

 

1930

6 luglio: la Fabbriceria decide per la festa di S. Rocco di invitare la banda della S.O.C. di S. Quirico. Il Parroco si offre per andare con un fabbriciere a raccogliere le offerte dei parrocchiani.

 

La Parrocchia spende:

500 lire per “festa di S. Rocco e banda musicale”,

60 lire per “maestro musica chiesa”,

50 lire per “discorso”,

80 lire per “onorario sacerdoti per aiuto funzioni”,

4 lire per “porto fanali”,

25 lire per “trasporto cassa apparati”,

47,90 lire per “illuminazione interna ed esterna cappella S. Rocco – tre giorni”,

59,50 lire per “vino festa di San Rocco”,

325,30 lire per “addobbo e lumiere nella cappella per festa di S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

248,50 lire durante “raccolta in chiesa – novena e festa S. Rocco”

19,00 lire durante “raccolta per festa S. Rocco”.

 

1931

5 luglio: la Fabbriceria decide di chiamare la banda della S.O.C. di Rivarolo.

 

La Parrocchia spende:

600 lire per “banda musicale – festa S. Rocco”,

300 lire per “cinque sacerdoti per detta festa – Messa – discorsi”,

650 lire per “apparato illuminazione interna ed esterna”,

104 lire per “vino festa San Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

343,85 lire in quartiere “Casale”,

153,65 lire in quartiere “Pernecco”,

424,65 in quartiere “Grone”,

537,90 in quartiere “Strada (mattino)”,

165,45 in quartiere “Strada (sera)”,

163 lire durante “raccolta festa e novena”,

15 lire dai “Banchi – piazzale S. Rocco”.

 

1932

 

3 luglio: la Fabbriceria, avvicinandosi la festa di S. Rocco, delibera “di solennizzarla come in passato” e di invitare la banda musicale della S.O.C. della Certosa; per la raccolta delle offerte il Parroco si offerse di andare “attorno alla Parrocchia insieme con un fabbriciere”.

 

La Parrocchia spende:

50 lire per “trasporto apparati Carmine e S. Rocco”,

500 lire per “festa S. Rocco - banda Certosa”,

39 lire per “luce elettrica interna ed esterna”,

15 lire per “custode lotteria”,

12 lire per “operaio”,

6 lire per “falegname”,

10 lire per “porta tavole”,

60 lire per “Banchero – Maestro Musica Chiesa”,

50 lire per “Messa e discorso”,

50 lire per “aiuto confessioni e Messa 2 sacerdoti”,

300 lire per “addobbo S. Rocco”,

71 lire per “spesa vino festa S. Rocco”.

 

 

La Parrocchia incassa:

182,60 lire in quartiere “Casale e Pernecco Inferiore”,

113,95 lire in quartiere “Pernecco Sup.”,

492,10 lire in quartiere “Grone”,

446,75 lire in quartiere “Strada”.

 

1933

 

2 luglio: la Fabbriceria dà incarico al Parroco di provvedere per la festa di San Rocco.

La Parrocchia spende:

600 lire per “banda Certosa”,

50 lire per “Messa e discorso”,

25 lire per “Messa”,

60 lire per “maestro musica chiesa”.

 

La Parrocchia incassa:

187 lire in quartiere “Casale e Pernecco Inferiore”,

136,50 lire in quartiere “Pernecco Superiore”,

314,80 lire in quartiere “Grone”,

560,40 lire in quartiere “Chiesa”,

177,30 lire durante “raccolta novena e festa di S .Rocco”.

 

1934

 

1° luglio: la Fabbriceria per la festa di S. Rocco delibera di “addobbare la cappella, come il consueto, e di invitare nuovamente la banda musicale della Certosa”. Per ricevere le offerte dei parrocchiani, il Parroco “sarebbe andato volentieri con qualche fabbriciere”.

La Parrocchia spende:

493 lire per “apparatore - festa Carmine e S. Rocco”,

550 lire per “banda musicale – festa di S. Rocco”,

60 lire per “maestro cantoria – musica chiesa”,

70 lire per “aiuto sacerdoti e Messa”,

40 lire per “discorso e messa festa S. Rocco”.

 

La Parrocchia incassa:

264,75 lire in quartiere “Grone

471,10 lire in quartiere “Strada”,

104,10 lire in quartiere “Pernecco Alto”

170,45 lire in quartiere “Casale – Pernecco Basso”.

 

1935

 

7 luglio: la Fabbriceria per la festa di S. Rocco decide “di addobbare la cappella come il consueto e di illuminare il campanile” e di invitare la banda musicale della Certosa. Il Parroco si offre “di andare per la parrocchia insieme a qualche fabbriciere, per ricevere le offerte”.

La Parrocchia spende:

270 lire per “apparato festa S. Rocco”,

500 lire per “festa di S. Rocco – banda Certosa”,

60 lire per “D. Firpo – Maestro Musica”,

60 lire per “aiuto sacerdoti”,

40 lire per “panegirico”,

266 lire per “lampadine per illuminazione interna ed esterna – festa San Rocco e Carmine”.

 

La Parrocchia incassa:

230,60 lire durante “raccolta novena e festa di San Rocco”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tracce di Pedemonte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Frate Corrado di Valenza

Protagonisti alla Cervara

 

 

FRATE CORRADO DI VALENZA

 

Il primo gennaio 1373 frate Corrado di Valenza emette la professione monastica alla Cervara.

 

 

 

 

 

Fonte:

Archivio di Stato di Genova, Archivio Segreto, 1529

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I VARCHI NEL TEMPO
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