Aggressione davanti alla chiesa

 

Tracce di Pedemonte

 

 

AGGRESSIONE DAVANTI ALLA CHIESA

 

         Una sentenza, conservata nell’Archivio di Stato di Genova (Sentenze del Tribunale Penale di Genova,1) si riferisce ad un curioso episodio avvenuto il 21 aprile 1862 a Pedemonte di Serra Riccò, precisamente sul piazzale della chiesa

 

         Il Signor Giacomo Noli, secondo quanto accertato a seguito delle deposizioni di testimoni sentiti nel processo, stava ivi “inoffensivo” e parlava con “un di loro” (probabilmente con un compaesano) quando “venne ivi ripetutamente urtato e percosso con pugni nella persona dall’imputato Giuseppe Pedemonte”, riportando “delle echimosi1 alla faccia e al torace, giudicate guaribili in giorni dieci”.

         Come risulta dalla sentenza, l’aggressione è dovuta al fatto che il Signor Noli aveva rimproverato il Signor Pedemonte di avere precedentemente “battuto altro individuo”.

         Conseguentemente, in nome di Sua Maestà Vittorio Emanuele II “per grazia di Dio e per volontà della Nazione re d’Italia re d’Italia”, il Tribunale del Circondario di Genova – Sezione Correzionale – riteneva responsabile del reato di percosse volontarie il Signor Giuseppe Pedemonte e condannava quest’ultimo, valutata anche la sua recidività, “alla pena di due mesi di carcere nell’indennità che di ragione e nelle spese”.

         Nella vicenda emerge su tutto la forte personalità (per usare un eufemismo!) manifestata dal protagonista principale, l’imputato Giuseppe Pedemonte; il quale, come si è detto descrivendo il movente del reato, ha percosso il Signor Noli subito dopo avere “battuto altro individuo”: almeno due quindi sarebbero le vittime della furia di Giuseppe Pedemonte in quel giorno di primavera del 1862.

         Risultano peraltro sconosciuti i motivi di tanto nervosismo: dalla sentenza, infatti, non è possibile capire se essi si annidano in possibili precedenti contrasti con una o anche entrambe le vittime o se si è trattato di un incontrollato moto d’ira, magari scoppiato a seguito di un improvviso diverbio.

         Un’ulteriore conferma dell’aggressività dell’imputato è costituita dalla sua recidività: anche in precedenza, dunque, egli doveva essersi reso protagonista di fatti analoghi, per cui aveva già subito una condanna.

         La condotta tenuta dal Signor Giuseppe Pedemonte sembra porsi in contrasto con il contesto prettamente rurale del paese di Pedemonte: all’epoca infatti la stragrande maggioranza degli uomini – compreso lo stesso imputato – svolgevano l’attività di contadino, mentre le donne erano generalmente dedite ai lavori domestici2.

         Evidentemente il clima del paese non era sempre così bucolico e pacifico come si potrebbe aspettare un osservatore odierno: anche allora, come del resto avviene in tutti i tempi e a tutte le latitudini, dovevano essere presenti in paese soggetti piuttosto rissosi e violenti, come appare il Signor Giuseppe Pedemonte nella vicenda in oggetto, tali da provocare tensioni e attriti fra i residenti e da turbare l’apparente tranquillità dei luoghi.

 

 

                1 echimosi: così nel testo.

                2 https://www.ivarchineltempo.it/index.php/component/content/article/tanti-contadini-e-qualche-benestante?catid=2&highlight=WyJjb250YWRpbmkiXQ==&Itemid=101

 

 

 

Piazzale della chiesa Santissima Annunziata di Pedemonte di Serra Riccò

 

 

Tracce di Pedemonte

 

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