Figli in volo

 

FIGLI IN VOLO

Testimonianze di donne con figli dalla breve vita liberamente ispirate a vicende ricavate dall’archivio della Parrocchia Santissima Annunziata di Pedemonte di Serra Riccò in cui la morte è indicata come “volo verso Dio”1.

 

 

ANNA C.

Sono nata nel 1860 a Pedemonte dove mio papà faceva il contadino, a 22 anni ho sposato Angelo P. e nell’agosto del 1885 è arrivato il nostro primo figlio che abbiamo chiamato Pasquale, come il nonno paterno. In seguito (tra il 1887 e il 1894) sono arrivate cinque bambine e il 23 marzo 1897 è nata Rosa, destinata a stare con noi solo fino all’8 novembre 1897.

Abbiamo poi avuto nel 1899 Angela e nel 1900 Luigi. Il 13 dicembre 1901 è nata un’altra bambina che abbiamo voluto chiamare Rosa, come la sorellina che aveva in Cielo.

Gli ultimi nati sono stati Giovanni Battista (nel 1903) e Rina (nel 1905).

 

ANNA M.

Sono nata a Pedemonte il 15 luglio 1858, mio papà si chiamava Antonio, ho sposato Carlo F. il 16 febbraio 1882. Sono diventata mamma nove volte tra il 1882 e il 1899; il decimo figlio, Nicola Giuseppe, è nato il 10 marzo 1902 ed è vissuto solo 13 giorni. E’ volato via il 23 marzo, alle quattro di mattina dopo una notte infinita.

Pur avendo altri figli, il dolore è stato immenso.

 

 

CECILIA P.

         Sono sposata con Giuseppe R. A 39 anni ho avuto mio figlio Angelo che è morto a sei mesi il 25 novembre 1908.

 

 

EMILIA P.

Sono nata nel 1865 a Pedemonte dai contadini Francesco e Cecilia. Nel 1893 ho sposato Stanislao R.

Cinque dei nostri sette figli hanno avuto un triste destino: Giovanna Maria è morta a un mese l’11 giugno 1897, la sua gemella Maria Elisa è morta a un mese e 2 giorni il 13 giugno 1897, Angelo è morto a 28 giorni il 17 giugno 1898, Antonio Carmelo è morto a 6 giorni il 4 giugno 1899 ed Ernesto è morto a 2 mesi il 2 settembre 1901.

Non ho più lacrime.

 

ROSA D.

Sono nativa di Montoggio, figlia di Agostino e moglie del vetturale Giacomo D.

Il 24 maggio 1857 ho perso, subito dopo il parto, una bambina.

Grazie al Cielo, c’è stata un’altra gravidanza e il giorno 11 febbraio 1858 è nata una bimba, destinata a vivere un solo giorno.

Io e Giacomo non abbiamo avuto altri figli. Questa mancanza ci ha accompagnato tutta la vita.

Sapere dell’arrivo di bambini mi ha sempre dato una stretta al cuore, mentre con una lacrima il pensiero andava ai figli dei miei sogni.  So bene che tanti mi consideravano un’invidiosa, per me questa era la beffa che si aggiungeva alla sofferenza. Non è mai stata invidia ma solo dolore.

 

ROSA F.

Sono nata nel maggio del 1869 a Serra Riccò, mio papà si chiamava Domenico; il 22 novembre 1892 ho sposato Luigi G. Sono diventa mamma quattro volte tra il 1893 e il 1900.

Il 14 giugno 1902, alle due di notte, è nata una quinta figlia, Sabina Giovanna, destinata a vivere pochi giorni. Il parto era andato benissimo, la bambina era bella e sana; il battesimo è stato fatto cinque giorni dopo con una gran festa.

La morte è arrivata il 21 giugno alle due di pomeriggio, in un caldo insopportabile come il mio dolore.

 

TERESA N.

Sono la moglie di Giuseppe G., e ho una figlia, Colomba, nata nel 1789.

Il 3 maggio 1794 ho partorito un bimbo che è morto poco dopo la nascita. C’è stato solo il tempo per l’ostetrica di battezzarlo “ob extremum periculum mortis” come ha scritto il parroco nel Libro dei Battesimi.

 

 

 

TERESA P.

         Sono figlia di Giovanni e di Paola M., sono nata a Pedemonte nel 1853 e nel 1874 ho sposato Antonio P.; il nostro primo figlio, Angelo, dopo un parto a rischio (infatti viene battezzato dalla levatrice) è morto nel marzo 1875 a un mese di vita.  In seguito sono arrivati altri cinque bambini. 

 

 

TERESA R.

Sono figlia di Giuseppe, nativa di San Cipriano, nel 1831 ho sposato a Pedemonte Gio Batta Angelo C.

Dal matrimonio sono nati quattro figli (Luigi, Maria Angela Candida, Caterina e Giovanni) tra il 1832 e il 1840; la mia quinta bambina è nata e morta il 13 settembre 1842.

Era mattina presto, alle quattro, in casa c’era l’ostetrica Margherita P.; è stata lei a battezzare la mia piccola in quell’attimo di vita che subito è fuggito.

Da quel giorno ogni 13 settembre la ricordiamo, festeggiando un compleanno del cuore.

 

 

 

1 Al defunto frequentemente è riferita l’espressione “volavit ad Deum”.

 

Ultima modifica: 30 gennaio 2020

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