Giovannino, Luchino e Guglielmo

 

Protagonisti alla Cervara

 

Giovannino, Luchino e Guglielmo

                                                                                                                    

Una piccolissima comunità al servizio di Dio a Sant’Antonio di Niasca

 

Il documento più antico conservato tra le carte della Cervara (Archivio di Stato di Genova, Archivio Segreto 1529) datato 1318, attesta un evento che può essere definito un antefatto della futura esperienza monastica.

Il 18 febbraio 1318 a Genova, nel portico della casa del fu Guglielmo Clerici, il notaio Ugolino Cerrino di Recco redige un atto (di cui sono testimoni Nicolaus de Valeclara e il confector Nicolaus de Recho) stipulato tra Frate Giovannino di Chiavari del fu Perrotto de Furcha, frate Luchino del fu Guglielmo di Santo Stefano e Guglielmo di Piacenza. I tre mettono in comune le loro proprietà poste in Capite Montis, un terreno in località Traversaria e una cappella dedicata a Sant’Antonio in località Niascha, e si impegnano a vivere insieme per servire Dio (ad serviendum Deum).

 

Frate Giovannino che si dichiara erede di Frate Nicola de Traversaria, citando il testamento rogato dal notaio Giovanni de Avundo il 19 gennaio 1312, intende sottoscrivere insieme ai confratelli il contenuto del documento per l’onore di Dio (ad honorem Dei) e per il profitto delle loro anime (utilitas animarum).

I possedimenti messi in comune consistono in un terreno in località Traversaria (donato a frate Giovannino dal defunto frate Nicola) e un altro, di cui i frati Luchino e Guglielmo si dichiarano proprietari, in località Niascha su cui insiste una cappella (ecclesiola nel documento) dedicata a Sant’Antonio.

 

L’eremo di Niasca

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