Atto 14 aprile 1885

 

L’Asilo Tollot trova casa

 

 

 

ATTO 14 APRILE 1885

 

1885, aprile 14, Genova

Il Pio Istituto delle Illustrissime Dame di Misericordia vende all’Amministrazione dell’Asilo Tollot per il prezzo di lire 180.000 un locale sito a Genova in Via San Vincenzo 53 e, contestualmente, l’Amministrazione della Pia Opera Della Casa vende per il prezzo di lire 60.000 al Pio Istituto delle Dame di Misericordia un palazzo nella frazione genovese di Boccadasse, presso Via Panigalli.

 

ARCHIVIO DI STATO DI GENOVA, Notai Terza Sezione, 973

 

 

 

 

 

Vendita di fondo stabile

fatta dal Pio Istituto delle Illustrissime Dame di Misericordia all’Amministrazione dell’Asilo Infantile Tollot, per il prezzo di Lire 180.000, e

vendita di altro fondo

stabile fatta dall’Amministrazione della Pia Opera Della Casa al prelodato Pio Istituto delle Dame di Misericordia, per il prezzo di Lire 60.000.

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Regnando Sua Maestà

Umberto 1°

Per grazia di Dio e per volontà della Nazione

Re d’Italia

L’anno del Signore milleottocentoottantacinque questo giorno di martedì di quattordici del mese di aprile alle ore dieci antimeridiane in altro dei salotti dell’abitazione dell’infrascritta Signora Vedova Polleri e Ghiglini posta in Genova Via Balbi numero 4, Palazzo Balbi, avanti di me Gian Antonio Bardazza, regio notaro alla residenza di Genova, inscritto presso questo Consiglio Notarile ed in presenza degli infrascritti testimonii

personalmente costituiti

la Nobile Signora Fanny Tini fu Giulio, Vedova in prime nozze del Signor Francesco Polleri, ed in seconde del Commendatore Senatore del Regno Lorenzo Ghiglini, in unione alla Signora Carolina Ronco fu Francesco, consorte del Signor Avvocato e Professore Commendatore Giuseppe Bruzzo, nate e domiciliate in Genova, Priora la prima, e Vice Priora e Deputata agli stabili la seconda, del Consiglio d’Amministrazione delle Illustrissime Dame di Misericordia e rappresentanti il Pio Istituto delle Signore Dame di Misericordia, autorizzate a quanto infra dal prelodato Consiglio con due deliberazioni, una in data trenta agosto milleottocentoottantaquattro approvata dalla Deputazione Provinciale di questa città in seduta undici settembre milleottocentoottantaquattro, e l’altra in data dieci novembre milleottocentoottantaquattro approvata dalla sullodata Deputazione in seduta quattro successivo dicembre, autorizzate dal Regio Governo con Reale Decreto quindici gennaio mille ottocentoottantacinque;

il Marchese Giovanni Ricci fu Gerolamo, Senatore del Regno, proprietario, nato e domiciliato in Genova, nella sua qualità di Presidente della Commissione Amministrativa dell’Asilo Tollot, fondato in Genova dalla fu Marchesa Giuseppina Tollot-Lomellini col finale suo testamento olografo, depositato a me notaro alla data dieciotto novembre milleottocentoottantuno, registrato li ventitre stesso mese n° 6188, eretto in Ente Morale con Regio Decreto de cinque gennaio milleottocentoottantadue, ed in detta qualità il prefato Signor Marchese Giovanni Ricci, autorizzato alle cose infrascritte dalla Prefata Commissione con deliberazione ventiquattro ottobre milleottocentoottantaquattro approvata dalla Deputazione Provinciale di questa città con Decreto tredici novembre milleottocentoottantaquattro, ed autorizzata dal Regio Governo con Sovrano Decreto venticinque gennaio milleottocentoottantacinque;

ed il Cavaliere Avvocato Emanuele Ageno fu Antonio, proprietario, nato e domiciliato in Genova, nella sua qualità di coamministratore dell’Opera Pia Della Casa avente sede e domicilio legale in Genova, a tale qualità eletto dal pio fondatore Signor Tito Benedetto Cesare Della Casa coll’infracalendando di lui testamento, ed autorizzato a quanto segue dall’Amministrazione di essa Opera con deliberazione delli trentun luglio milleottocentoottantaquattro, approvata dalla Deputazione Provinciale di questa città in seduta nove ottobre milleottocentoottantaquattro.

I quali Signori comparenti da me conosciuti, nella rispettiva suindicata rappresentanza, valendosi delle ottenute autorizzazioni, hanno primieramente consegnato a me notaro i documenti constatanti le ottenute autorizzazioni, cioè

a) Deliberazione del Consiglio delle Dame di Misericordia 30 agosto 1884.

b) Decreto d’approvazione della Deputazione Provinciale 11 settembre 1884.

c) Deliberazione del Consiglio di dette Dame 10 novembre 1884.

d) Decreto d’approvazione della Deputazione provinciale 4 dicembre 1884.

e) Sovrano Decreto 15 gennaio 1885.

f) Deliberazione della Commissione Amministrativa dell’Asilo Tollot 24 ottobre 1884.

g) Decreto d’approvazione della Deputazione Provinciale 13 novembre 1884.

h) Altro Regio Decreto 25 gennaio 1885.

i) Deliberazione dell’Amministrazione dell’Opera Pia Della Casa 31 luglio 1884.

k) Decreto d’approvazione della Deputazione Provinciale 9 ottobre 1884.

 

E gli stessi, previa rinuncia alla loro lettura, mandano alligarsi al presente instrumento cui restano uniti sotto le lettere A, B, C, D, E, F, G, H, I, K, e quindi hanno proceduto e procedono alle convenzioni e stipulazioni seguenti.

Parte prima

La Nobile Signora Fanny Tini e l’Illustrissima Signora Carolina Ronco-Bruzzo in rappresentanza del Consiglio delle Dame (già Donne) di Misericordia, sotto tutte le garanzie di legge, vendono, cedono e trasferiscono all’Asilo Infantile Tollot di questa città, accettante per esso il Marchese Giovanni Ricci in detta sua rappresentanza, il locale olim Convento dei Reverendi Padri Somaschi detto di Santo Spirito situato in Genova Via San Vincenzo, Sestiere omonimo, al civico numero cinquantatre, inscritto in capo delle Signore Dame di Misericordia sul Registro dei possessori di fabbricati alla partita milleseicentoquaranta (1640) e portato ai numeri mappali duemilanovecentonovantuno e duemilanovecentonovantadue (2991 e 2992) e tremila (3000), costituente un isolato con cortili interni, confinante a ponente colla già chiesa di Santo Spirito di proprietà municipale e colla proprietà del Signor Lorenzo Bruzzo, a levante colla proprietà del Signor Marchese Bendinelli – Spinola e la Via Vincenzo Ricci, a tramontana col suolo municipale destinato a pubblica strada, ed a mezzogiorno colla proprietà dell’Avvocato Domenico Casella ed il predetto Signor Marchese Spinola, indicato sulla pianta planimetrica che i comparenti consegnano a me notaro per unirsi a quest’atto ed a cui viene alligata sotto la lettera L e distinto con tinta aranciata.

In tutto come detto locale presentemente è, nello stato in cui si trova, con tutti gli inerenti diritti, annessi, connessi e dipendenze, servitù attive e passive, colla mezza oncia d’acqua d’alta pressione dell’acquedotto Nicolay della quale è provvisto in piena proprietà e come dalle prelodate Illustrissime Dame è posseduto, nulla di detta loro proprietà eccettuato, senonché:

- l’altare completo in marmo esistente nella cappella formante parte di detto locale;

- il comunichino pure in marmo esistente nella cappella istessa;

- la vaschetta pure in marmo esistente nella sacristia;

- la vasca grande in marmo esistente nel refettorio;

- ed i fornelli a Rumford in ghisa esistenti in cucina e corrispondenti alle caldaie del Conservatorio.


Dichiarano le Signore rappresentanti il Consiglio delle Dame venditrici:

- che detto locale appartiene al prelodato Consiglio per assegnazione fattagliene in piena proprietà dal Governo della già Repubblica Ligure con atto undici maggio milleottocentocinque ricevuto dal notaro Agostino Garassino;

- che la mezz’oncia d’acqua d’alta pressione della quale è provvisto detto locale appartiene al Consiglio venditore per acquisto fattone con atto diecinove febbraio milleottocentosessantuno a rogito Domenico Cambiaso;

- che detto locale ed acqua sono liberi e franchi da qualunque peso, onere ed ipoteca, se si eccettuino i tributi verso lo Stato, la Provincia ed il Comune, ed il canone di annue Lire cinquanta verso la Società Nicolay, proprietaria dell’acquedotto da cui deriva l’acqua della quale è fornito detto locale;

- che sullo stabile suddetto pesano a puro titolo precario le concessioni del Consiglio venditore fatte colle debite autorizzazioni al Marchese Bendinelli Spinola con atti quindici luglio milleottocentocinquantasei a rogito Giuseppe Bernardo Picconi e cinque settembre milleottocentosettantotto a rogito Leonardo Ghersi, nonché quella al Municipio di Genova in data tredici novembre milleottocentosessantadue.

Questa vendita è fatta per il prezzo di Lire centoottantamila (180.000) in conto delle quali il Marchese Giovanni Ricci in detta rappresentanza per mezzo del suo Tesoriere Signor Cavaliere Nicolò Bacigalupo fu Stefano, nato e domiciliato in Genova, paga alle prelodate Nobili Signore Dame la somma di Lire cinquantamila (50.000) ed altre lire trentamila (30.000) come spontanea sua elargizione fatta a condizione che vengan sempre ed in ogni tempo ad osservarsi da chiunque e scrupolosamente seguire tutte le disposizioni testamentarie della benemerita fondatrice, le quali si riferiscono e statuiscono tanto in ordine all’impianto del nuovo Asilo, quanto alla speciale sua Amministrazione1, le versa egli stesso quali due partite costituenti quella di lire ottantamila (80.000) vengono d’ordine delle comparenti Signore Dame pel concorrente di lire ventimila (20.000) ritirate dall’Illustrissimo Signor Marchese Cavaliere Gaetano Cambiaso fu Gio Battista, Tesoriere Onorario del prefato Istituto da loro rappresentato, in valute legali, previa numerazione fattane alla presenza di me notaro e testimoni, e pel concorrente di lire sessantamila (60.000) lasciate sul tavolo per eseguirne l’impiego di cui infra, ed accettando l’integrale somma suddetta di lire (80,000) ottantamila in conto del prezzo del locale venduto ne fanno al Signor Marchese Ricci, quale amministratore come sopra, piena fine e quitanza.

E le residue lire centomila (100.000) il Marchese Ricci in detta qualità promette e si obbliga pagarle al Pio Istituto venditore od a persona per esso legittima nel termine di mesi tre da oggi decorrendi, corrispondendo nel frattempo e fino ad effettuato pagamento quell’interesse che verrà corrisposto dall’Istituto di Credito presso cui sarà la detta somma provvisoriamente depositata.

A garantire il pagamento di detto residuo prezzo si intende rimanere affetto ad ipoteca legale lo stabile come sopra venduto e tanto in principale che in accessorii.

Il Consiglio delle prelodate Dame in persona delle comparenti Signore Vedova Ghiglini e Carolina Bruzzo, si obbliga fare la consegna dello stabile venduto entro mesi tre dalla data d’oggi, con dichiarazione e patto espresso che se entro detto termine non venisse fatta la materiale consegna dello stabile venduto, il Consiglio delle Dame venditore dovrà corrispondere all’Asilo Tollot l’interesse in ragione di cinque per cento l’anno sulle lire ottantamila come sopra incassate a far capo dallo spirare dei tre mesi come sopra concessi per la consegna del locale in Via San Vincenzo.

Confessa il Signor Marchese Giovanni Ricci che dalle venditrici lui furono consegnate le copie autentiche dei sucalendati atti rogati Garassino, Picconi, Ghersi e Tiscornia nonché altri titoli relativi alla proprietà venduta a sua libertà.

Parte seconda

Il Cavaliere Avvocato Emanuele Ageno, in rappresentanza dell’Amministrazione dell’Opera Pia Della Casa, sotto le garanzie di legge vende al Consiglio delle Dame di Misericordia, accettanti per esso le comparenti Nobile Signora Fanny Tini, Priora, e Carolina Ronco, Vice-Priora e deputata agli stabili, un corpo di beni situato nella Frazione suburbana di Genova Regione Boccadasse, fra la Via Panigalli e quella nuova che mette alla Frazione suddetta, composto di un palazzo o vasto caseggiato a tre grandi piani, compreso il terraneo, nonché di una grande villa dell’estensione di circa metri quadrati diecimiladuecentocinquanta (10.250), totalmente clausorato, confinato da levante con la nuova strada che mette alla Frazione di Boccadasse, da ponente con la Via Panigalli, da mezzogiorno con la Signora Nina Boasi e da tramontana con la proprietà del Barone Andrea Podestà, portato sul Cadastro del già Comune di San Francesco d’Albaro ai numeri di mappa 1059, 1058, 1057, 1056, 1055, 1052, 1054, 1053, 535, 538, 539, Sezione C, delineato in color roseo nella pianta planimetrica che i comparenti consegnano a me notaro per avere ammessa al presente come allegato sotto la lettera M.

A pura abbondanza si dichiara esclusa dalla presente vendita la frazione di detto stabile che nella pianta suddetta vedesi delineata in bianco e posta a levante della nuova strada di Boccadasse.

Dichiara il Signor Avvocato Ageno che lo stabile come sopra venduto forma parte dei beni dimessi in eredità dal fu Signor Bartolomeo Della Casa quondam Benedetto a cui erano intestati fino dall’anno millesettecentonovantotto, epoca in cui fu formato il Cadastro del già Comune di San Francesco d’Albaro, ed in forza del di lui finale testamento tre marzo milleottocentoquarantadue ricevuto dal Notaro Gio. Francesco Sigimbosco, trapassato nel di lui figlio Tito Benedetto vulgo Cesare Della Casa e da questo in vigore del finale suo testamento otto maggio milleottocentosettantacinque, ricevuto dal notaro Carlo Castelli trapassato nella Pia Opera venditrice e che lo stesso è libero e franco da qualunque debito, onere ed ipoteca, eccettuatene le pubbliche imposte, e come tale lo garantisce, come anche dalle pretese dei conduttori per miglioramenti.

Questa vendita è fatta ed accettata pel prezzo di Lire sessantamila (60.000) che le prefate comparenti Signore Dame, valendosi del denaro come sopra lasciato sul tavolo, pagano e sborsano al Signor Avvocato Ageno, in detta qualità, il quale le passa al Signor Tesoriere di detta Pia Opera Signor Antonio Barabino del vivo Gio Batta, nato e domiciliato in Genova, e questi previa numerazione le tira a sé alla presenza di me notaro e testimonii, facendone il Signor Avvocato Ageno piena fine e quietanza al Consiglio delle Dame di Misericordia, accettanti per esse le Signore Dame comparenti Nobile Fanny Tini e Carolina Bruzzo.

Dichiara l’Avvocato Ageno che la Villa compresa nella vendita è locata ad Emanuele e Francesco fratelli Cravero per anni sei, scadenti il ventinove settembre milleottocentoottantacinque, per l’annuo fitto di Lire Ottocento (800), come dalla privata scrittura ventun giugno milleottocentosettantanove   registrata il ventitre luglio successivo registro 122 n° 4331 col pagamento di Lire 1560. Il palazzo fu locato al Signor Angelo Caviglia pel fitto di annue Lire milleduecentocinque (1205) per anni quattro come da verbale di licitazione per affitto del trentun marzo milleottocentoottantuno, registrato il cinque aprile successivo registro 129 n° 1872 col pagamento di Lire 20,40.

L’Opera Pia Della Casa esigerà il fitto del palazzo e ne pagherà le tasse a tutto il trentun marzo mille ottocentoottantacinque, e per quanto concerne la villa sino a questo giorno.

                                                                  Parte terza

In conseguenza delle stipulazioni che precedono, salva la riserva fatta dalle Signore Dame comparenti, ciascuna delle parti acquisitrici potrà, cioè le Signore Dame di Misericordia da questo giorno e l’Amministrazione dell’Asilo Tollot dal giorno in cui spireranno i mesi tre riservati pella consegna, godere, fare e disporre dei beni rispettivamente acquistati col carico di sopportarne dalle date medesime le relative pubbliche imposte, all’effetto di che ciascuna delle parti venditrici mette e surroga la parte acquisitrice nei rispettivi diritti di proprietà e possesso colle più ampie clausole abdicative e traslative nella miglior forma di ragione.

Per ultimo le spese occorrenti per il presente instrumento si dichiarano a carico, cioè quelle riflettenti la vendita fatta dalle Signore Dame di Misericordia a carico2 dell’Amministrazione dell’Asilo Tollot; quelle relative all’ipoteca legale da inscriversi a carico dell’Asilo Tollot saranno sopportate dalle Signore Dame di Misericordia, a carico delle quali saranno pur quelle riflettenti la vendita loro fatta dalla Pia Opera Della Casa.

E richiesto io detto e sottoscritto notaro ho ricevuto quest’atto scritto da persona di mia fiducia in presenza delli Signori Gio Batta Eugenio Burlando fu Antonio, proprietario, e Giovanni Barabino fu Francesco, ragioniere, ambi nati e domiciliati in Genova, testimoni richiesti, noti ed idonei i quali assieme alli Signori comparenti ed a me notaro sottoscrivono come segue il presente instrumento stato da me letto a chiara voce ai comparenti medesimi in presenza di detti testimonii.

Quest’atto si contiene in quattro fogli bollati scritti in facciate sedici.

 

Fanny Tini vedova Polleri Ghiglini

Carolina Bruzzo nata Ronco

Giovanni Ricci

Avvocato Emanuele Ageno amministratore

Gaetano Cambiaso Tesoriere Onorario

Nicolò Bacigalupo Tesoriere

Antonio Barabino

Gio Batta Eugenio Burlando Testimone

Giovanni Barabino fu Francesco Testimone

Gian Antonio Bardazza Notaro

 

 

 

1 Fatta a condizione che vengan sempre ed in ogni tempo ad osservarsi da chiunque e scrupolosamente seguire tutte le disposizioni testamentarie della benemerita fondatrice, le quali si riferiscono e statuiscono tanto in ordine all’impianto del nuovo Asilo, quanto alla speciale sua amministrazione (Approvata questa postilla.): aggiunto in calce con segno di richiamo.         2 a carico: ripetuto due volte.

 

 

L’Asilo Tollot trova casa

 

Scritti Casuali

 

 

L’ASILO TOLLOT TROVA CASA

Con l’atto stipulato il 14 aprile 1885 a rogito notaio Bardazza prendeva finalmente corpo e concretezza il progetto della nobildonna genovese Giuseppina Tollot (1807-1881), illustrato nel testamento redatto il 2 luglio 1881, di istituire nella sua città un nuovo asilo infantile.

Subito dopo la sua morte, gli esecutori testamentari Marchese Giovanni Ricci, Senatore del Regno, e l’Avvocato Cavaliere Emilio Merialdi provvedevano a compiere gli adempimenti burocratici per arrivare già nel 1882 alla costituzione dell’Amministrazione dell’Asilo Tollot e a dotarla di uno statuto e di un regolamento.

Al suo interno era stata istituita un’apposita Commissione incaricata di reperire un sito adatto per l’istituzione dell’asilo, che dopo diverse ricerche era stato individuato in un edificio sito in Via San Vincenzo 53, detto Convento di Santo Spirito, di proprietà delle Dame di Misericordia delle donne penitenti e in precedenza sede dei Reverendi Padri Somaschi.

Dopo prolungate e difficili trattative il prezzo per la compravendita dell’immobile veniva stabilito in Lire 180.000; il raggiungimento dell’accordo era stato reso possibile dall’intervento del Marchese Ricci, che contribuendo personalmente per una somma di Lire 30.000 riusciva ad appianare le divergenze insorte tra le parti.

Con tutte le autorizzazioni del caso, le parti si presentavano così davanti al notaio Bardazza per la stipulazione dell’atto di compravendita, il cui oggetto si estendeva a tutte le pertinenze, agli inerenti diritti come le servitù attive e passive e all’acquisto del diritto di proprietà sulla mezz’oncia d’acqua d’alta pressione dell’acquedotto Nicolay da cui era alimentato l’immobile.

Dal contratto erano invece stati esclusi alcuni specifici oggetti in marmo quali l’altare e un comunichino presenti nella cappella dell’edificio, la vaschetta che si trovava nella sacrestia e la vasca grande posta nel refettorio; oltre a questi, si aggiungevano i fornelli a Rumford in ghisa che erano in cucina.

La consegna dell’edificio sarebbe dovuta avvenire non oltre tre mesi dalla stipulazione dell’atto: lo stesso termine era previsto per il saldo della seconda rata pari a Lire 100.000 (la prima rata pari a Lire 80.000 era stata versata al momento della stipulazione dell’atto).

Contestualmente a tale contratto le Dame di Misericordia acquistavano dall’Amministrazione dell’Opera Pia Della Casa per il prezzo di Lire 60.000 un complesso di beni sito presso Boccadasse, allora considerata frazione suburbana.

La duplice compravendita del 14 aprile 1885 a rogito notaio Bardazza risultava così vantaggiosa sia per l’Asilo Infantile Tollot, che finalmente poteva diventare proprietario di un edificio da utilizzare secondo i desideri e le indicazioni di Giuseppina Tollot, sia per le Dame di Misericordia, che avevano bisogno di un luogo più tranquillo e silenzioso per la serenità spirituale delle “Addolorate” in quanto nelle immediate vicinanze di Via San Vincenzo, dove già da poco era stata inaugurata la stazione ferroviaria orientale (l’odierna stazione Brignole), stavano sorgendo nuove strade e nuovi palazzi.

L’anno successivo l’Asilo Infantile Tollot si è ampliato: con atto rogato dal notaio Gambaro il 12 maggio 1886 ha infatti acquistato dal Municipio di Genova, rappresentato dall’assessore Andrea Sanguineti, per un corrispettivo di cinquantamila lire, il confinante fabbricato denominato “Santo Spirito”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per saperne di più sulle Dame di Misericordia, sul Conservatorio delle Addolorate e sulla chiesa di Santo Spirito:

 

“Antichissima è l’istituzione delle Dame di Misericordia probabilmente originata da due o tre pie Donne le quali deliberarono di fare un cumulo di una parte delle proprie sostanze per sollevare i poveri ne’ più urgenti bisogni.”

G. BANCHERO, Genova e le due riviere: descrizione di G.B, Genova 1846, p. 285.

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“Le Dame di Misericordia, create dalla Repubblica nell’anno 1478, erano otto, una metà nobili, una metà borghesi; in seguito furono ridotte a sei, e ognuna attende a un sestiere della città: fra le tante opere di beneficenza che fanno, ajutano le fanciulle pericolanti, le collocano a spesa della pia istituzione in qualche conservatorio o le maritano, vegliano sul ricovero delle penitenti, soccorrono i carcerati. Nell’anno 1806 le Dame di Misericordia passarono sotto la dipendenza del Magistrato di Misericordia, al quale fu devoluta la loro nomina. Quelle dame hanno però una rendita propria di circa 80,000 lire l’anno, e la distribuiscono esse, in modo indipendente. (…) Conservatorio delle Addolorate. La nobile Argentina Imperiale, una delle Dame di Misericordia, nell’anno 1771, in via Porta Romana, nel sestiere di San Vincenzo, fondava a proprie spese questo asilo per le zitelle, di civile condizione, desiderose di scontare i proprj falli in un decente ritiro. (…)

Il numero delle Addolorate tocca la trentina; vestono lana scura, che insieme con tutte le altre cose pel vestire, si fabbricano nella casa; mangiano in comune; ognuna ha una propria cella per dormire. La casa è tenuta in modo confortevole, e possiede la rendita annua di circa 15,000 lire.”

S. BIFFI, Sui riformatori pei giovani, Milano 1870, pp. 73-74

……………………………………………………………………

“La CHIESA DI SANTO SPIRITO, soppressa dal 1797, acconciata prima ai bisogni di Scuola di Carità, serbò un mezzo secolo e quadri e simulacri ed altari; ridotta in iscuola primaria Municipale n’è oggi del tutto priva, e vi dee ricordare d’alcuna spoglia che già ci occorse alla vista. Sul di fuori non disertò la sua nicchia una statua di Nostra Domina Lauretana, leggiadramente scolpita di bianchissimo marmo da Francesco Schiaffino. Né al luogo può togliere alcuno le sacre memorie: chè ella chiesa fondata nel secol XII da un Donadio, e chiostra di Cisterciensi, poi di Clarisse fino al 1579, ultimamente dei Padri Somaschi, e sotto ciascun di questi Ordini per varj titoli illustre.

Un’altra Cappella, oratorio in addietro di detti Padri, è attualmente dovuta alla religione d’una casa che ha titolo DELLE ADDOLORATE; pietoso istituto d’Argentina Imperiale gentildonna genovese, in benefizio di traviate fanciulle, per essa affidato alle cure delle Dame di Misericordia.”

F. ALIZERI, Guida illustrativa del cittadino e del forestiero per la città di Genova e sue adiacenze, Genova 1875, p. 470

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“La pia opera delle Dame di Misericordia ritrae le sue origini da tempi antichissimi, ma un proprio ordinamento, come pubblico isituto di beneficenza, l’ebbe solo con decreto del Senato delli 28 dicembre 1428. Nel 1506 fu sottoposta alla vigilanza del Magistrato di Misericordia, però in processo di tempo se ne franchì come istituzione autonoma.”.

F. DONAVER, Storia di Genova narrata alla gioventù e al popolo, Genova, 1890, p. 241

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“CONSERVATORIO DELLE ADDOLORATE – amministrato dal Pio Istituto delle Dame di Misericordia. Via Panigalli, 18 – Raccoglie gratuitamente donne non oltre i 35 anni, senza riguardo al luogo di nascita, per la loro riabilitazione morale.”

Annuario genovese Fratelli Pagano, 1942-43, p. 547

Il pavimento della piazza

 

Emigrazione

 

 

IL PAVIMENTO DELLA PIAZZA

 

 

 

 

         Nelle vicinanze della chiesa parrocchiale di Monterosso al Mare (La Spezia) una targa, purtroppo senza data, ricorda il contributo di un emigrato in Argentina per la pavimentazione della piazza

 

 

 

 

 

QUESTA PIAZZA E’ STATA PAVIMENTATA A SPESE DEL BENEMERITO

CONCITTADINO

CONTARDI GEROLAMO FU GIOVANNI BATTISTA

RESIDENTE A BUENOS AYRES

 

 

 

 

 

 

 

Emigrazione

Frate Giovanni di Siviglia

 

Protagonisti alla Cervara

 

 

 

 

 

FRATE GIOVANNI DI SIVIGLIA

 

Il 24 giugno 1375 frate Giovanni di Siviglia emette la professione monastica a Pisa, presso il Monastero di San Paolo a Ripa d'Arno, dove la comunità della Cervara si trova tempore famis.

 

 

 

 

 

Fonte:

Archivio di Stato di Genova, Archivio Segreto, 1529

Emigrazione da Vobbia

 

Chi è partito? E da dove?

 

 

Testimonianze sull’emigrazione di nativi di VOBBIA (GENOVA)

 

 

 

CLASSE 1899

 

Pagano Giulio Pasquale nasce il 20 marzo 1899 da Federico e Pagano Maria.

Alla data dell’arruolamento esercita la professione di “falegname” ed è residente a Vobbia, in località Salata.

Una nota del foglio matricolare lo indica all’estero.

 

 

Pruzzo Pasquale Giacomo Armando nasce il 28 aprile 1899 da Salerno Luigi e Reggiardo Caterina.

Alla data dell’arruolamento esercita la professione di “contadino”.

Una nota del foglio matricolare lo indica all’estero.

 

 

 

 

 

Fonte:

Archivio di Stato di Genova, Fogli Matricolari, 1899

 

 

 

 

 

 

 

 

CLASSE 1900

 

Ghiglione Giovanni Tilo nasce il 23 giugno 1900 da Santino e Oberti Teresa.

Alla data dell’arruolamento esercita la professione di “operaio elettricista” ed è residente ad Alpe di Vobbia.

Una nota del foglio matricolare lo indica all’estero.

 

 

 

 

 

Fonte:

Archivio di Stato di Genova, Fogli Matricolari, 1900

 

 

Vobbia

 

 

 

Chi è partito? E da dove?

 

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